La questione del Sin della Valle del Sacco non si affronta con slogan da campagna elettorale o argomenti spot, bensì con una strategia serie e coerente. Ad esserne convinte sono il dirigente provinciale di "Azione" e candidata al Consiglio comunale, Alessandra Sardellitti, e Alessia Santoro, responsabile ambiente di "Azione".
Il Sin, argomentano Sardellitti e Santoro, «nasce sulla base di considerazioni che riguardano le caratteristiche del sito in termini di quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, di rilievo dell'impatto sull'ambiente circostante, di rischio sanitario ed ecologico, nonché di pregiudizio per i beni culturali ed ambientali. Pertanto il Sin è una cosa seria e non una tematica che si affronta a colpi di slogan. "Blocchiamo il Sin", "In arrivo milioni di euro per il Sin", "Aboliamo il Sin"... quante volte abbiamo sentito frasi di questo genere? In quante campagne elettorali? Azione comprende le difficoltà e le richieste degli industriali che hanno le loro aziende entro il perimetro del Sin e fa proprie le preoccupazioni dei proprietari di terreni e strutture che si trovano entro questo confine e delle relative incertezze sulle possibilità di investimento e di rilancio di tali proprietà, ma non per questo vuole limitarsi a proclamare l'ennesi ma frase ad effetto ma intende piuttosto affrontare il problema proponendo soluzioni concrete».
«Prima ancora - proseguono Sardellitti e Santoro - di spiegare la soluzione proposta, è doveroso sottolineare che Azione ha innanzitutto il coraggio di dire che il problema esiste, che in alcuni siti la contaminazione è reale e che la normativa non consente la cancellazione di un Sin senza l'attuazione di una procedura che dia evidenza dell'assenza di pericolo e pregiudizio per la salute e per l'ambiente. Non si può semplicemente dire "io non lo voglio più e quindi lo cancello" oppure "è un problema per lo sviluppo e gli in vestimenti, mi dà fastidio, allora lo abolisco".
Azione, intende affrontare questa criticità con il rigore che contraddistingue da sempre il partito, individuando strumenti che consentano sia di sostenere le aziende ed i proprietari dei siti che di garantire la tutela dell'ambiente e della salute dei fruitori delle aree interessate. Senza entrare nei tecnicismi della normativa e delle procedure da mettere in campo che lasciamo, per i singoli siti, ai tecnici ed ai legali competenti in materia, Azione propone una strada che, in accordo con le richieste della normativa vigente, metta in atto tutte le procedure previste consapevole che, solo in questo, modo i tempi saranno, come si dice nel gergo, i minimi tecnicamente necessari e le aziende potranno risolvere le problematiche definitivamente».
«In quest'ottica Azione propone che, qualora un privato, sia esso un soggetto interessato o il gestore di un'area ricadente all'interno del Sin, purché non responsabile della contaminazione, decida di attuare gli interventi necessari previsti dalla normativa, lo Stato riconosca con un credito di imposta di ugual valore da spalmare in un numero di anni proporzionale all'investimento attuato e chiederà che le risorse siano individuate nel Pnrr che, sulle bonifiche, ha chiamato in causa i soli siti orfani individuando, tra l'altro, pochissime aree di interesse» concludono Sardellitti e Santoro.