I nodi da sciogliere sono due: l'attribuzione del ruolo di vicepresidente della Provincia e l'affidamento delle deleghe a presiedere i lavori dell'aula consiliare. Il primo tema riguarda i rapporti interni alla maggioranza, il secondo attiene invece all'assetto istituzionale che il presidente Antonio Pompeo ha costantemente tenuto in considerazione in questi otto anni alla guida dell'ente di piazza Gramsci. Ma è evidente che dalla definizione di questi punti deriveranno tutti gli equilibri e i rapporti di forza.

La presidenza dell'aula
È una funzione che Pompeo intende affidare all'opposizione di centrodestra. Su tale impostazione è d'accordo pure il leader del Pd Francesco De Angelis. Il primo partito del centrodestra è la Lega, che ha eletto tre consiglieri: Luca Zaccari (Ferentino), Gianluca Quadrini (Arpino) e Andrea Amata (Vicalvi). Fratelli d'Italia 2: Daniele Maura (Giuliano di Roma) e Riccardo Ambrosetti (Anagni). Oltre al profilo della volontà politica, c'è quello dei voti ponderati ottenuti. Se alla fine Pompeo andrà avanti lungo questa linea, è evidente che questo tipo di delega verrà proposta al Carroccio. In pole position c'è Luca Zaccari. Non è neppure un mistero che attualmente i rapporti tra Lega e Fratelli d'Italia in Ciociaria non sono al massimo della sintonia politica. Questo è un argomento che potrebbe mettere in difficoltà il centrodestra.

Il ruolo di "vice"
Il vicepresidente uscente è Luigi Vacana, confermato consigliere per la terza volta consecutiva alla guida di Provincia in Comune. La lista ha ottenuto un consigliere. Mentre il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli di consiglieri ne ha eletti due: Alessandro Cardinali e Alessandro Rea. La situazione è la seguente: Luigi Vacana punta alla conferma, ma anche Alessandro Cardinali confida nella nomina a vicepresidente. Dovrà essere Antonio Pompeo a risolvere questa situazione. Niente affatto semplice. Le elezioni si sono svolte il 18 dicembre scorso. Il Pd ha confermato 4 consiglieri: Antonella Di Pucchio (Isola del Liri), Enrico Pittiglio (San Donato), Gaetano Ranaldi (Cassino) e Alessandro Mosticone (Sora). La Lega ha portato in aula 3 consiglieri (contro i 2 della volta scorsa): Luca Zaccari (Ferentino), Gianluca Quadrini (Arpino) e Andrea Amata (Vicalvi).

Fratelli d'Italia ne ha eletti 2: Daniele Maura (Giuliano di Roma) e Riccardo Ambrosetti (Anagni). Il Polo Civico ha eletto 2 consiglieri: Alessandro Cardinali (Anagni) e Alessandro Rea (Ferentino). Infine Provincia in Comune: Luigi Vacana (Gallinaro). I confini della maggioranza sono quelli del Campo Largo indicato dai Democrat: i 4 consiglieri del Pd, i 2 del Polo Civico e Luigi Vacana (Provincia in Comune). Considerando anche Pompeo, questa coalizione può contare sulla carta su 8 consiglieri. Poi c'è il centrodestra: 3 della Lega e 2 di Fratelli d'Italia. In totale 5. Ora, nell'ambito del nuovo assetto delle Province, disegnato dalla legge Delrio, i ruoli della maggioranza e dell'opposizione restano ma con un significato diverso nella sostanza.

Intanto perché le competenze esecutive ed amministrative sono tutte del presidente, che delega dei singoli consiglieri su alcune tematiche. Ma alla fine è lui a decidere. E non c'è neppure la giunta. Nonostante tutto, però, le differenze politiche ci sono. E l'esperimento del Campo Largo ha una valenza importante e specifica. Francesco De Angelis, per esempio, intende replicarlo alle comunali di Frosinone. Una mancata intesa sul ruolo di vicepresidente, con un braccio di ferro tra Polo Civico e Provincia in Comune, potrebbe lasciare degli strascichi. Ed è questo l'aspetto politico più delicato.

La linea di Pompeo
Nel corso della seduta del consiglio provinciale di qualche giorno fa il presidente Antonio Pompeo ha detto: «Affinché le Province possano svolgere con efficacia i loro compiti c'è bisogno di un ripensamento dell'intera architettura dei governi del territorio. Una riforma complessiva però, che parta dal basso, semplifichi e renda efficiente gli enti locali, in particolare. La politica che vuole ritrovare credibilità e riformare se stessa deve prendere atto che il passaggio obbligato è quello di mettere al centro proprio i Comuni e le Province, quegli enti dove i cittadini possono avere un contatto "umano" con le amministrazioni, possono portare le loro necessità senza filtri. Questa è la partita da giocare e da vincere. Io continuerò a farlo, ancora più convintamente in questo ultimo anno di mandato, anche attraverso l'Unione Province d'Italia e sono certo che avrò l'aiuto e il sostegno di quest'aula e dei nostri Comuni».

Pompeo ha voluto sottolineare come abbia voluto costantemente mettere al centro gli amministratori. Indipendentemente dalle logiche partitiche e dai confini tra maggioranza e opposizione. Poi naturalmente bisognerà vedere quello che succederà con le opzioni sul campo per la riforma delle Province. Il secondo mandato di Antonio Pompeo come presidente scade il prossimo 31 ottobre. A quella data bisognerà vedere quali saranno le novità sul tavolo. Poi ci sono gli equilibri interni al Pd. Antonella Di Pucchio (che fa riferimento a Base Riformista di Pompeo) è stata la più votata in assoluto, con 7.947 preferenze ponderate. Davanti al collega di partito Enrico Pittiglio (7.895), sindaco di San Donato Valcomino ed esponente di Pensare Democratico di Francesco De Angelis. Nei Democrat sono stati eletti anche Gaetano Ranaldi (Cassino: 7.093 voti ponderati) e Alessandro Mosticone (Sora: 5.101 voti ponderati). Sia Ranaldi che Mosticone sono stati fortemente voluti da Francesco De Angelis, nell'ambito di accordi con i sindaci Enzo Salera e Luca Di Stefano. Anche questi sono elementi che dovranno essere tenuti in considerazione.