Verso il ballottaggio. Le coalizioni a sostegno di Eugenia Tersigni e Luca Di Stefano blindano i voti ottenuti e moltiplicano gli sforzi per sostenere i rispettivi candidati sindaci. Hanno dieci giorni di tempo per convincere gli elettori dei loro competitor rimasti fuori dalla partita decisiva. La Tersigni dice: «Ringrazio i sorani per aver creduto in me e in questo progetto differente e innovativo, nella soranità, nell'amore per questa città che ha bisogno di rinascere grazie a gente diversa, per tornare ad essere un punto di riferimento per l'intero territorio. Ringrazio tutti coloro che hanno deciso di dare fiducia a questa squadra giovane e coesa, a questo nostro progetto di discontinuità».

Ringraziamenti anche da Di Stefano a «tutti i cittadini di Sora che si sono recati alle urne per esprimere la propria preferenza. Ringrazio di cuore tutti i sostenitori delle mie liste per la fiducia concessa e tutti i candidati delle liste che mi hanno supportato per l'impegno profuso. È stata un'esperienza bellissima. Sora ha già scelto con 5.857 voti per Luca Di Stefano». La sua avversaria si è fermata al primo turno a 4.392 voti. La partita è ancora aperta. E questo è il tempo degli accordi, ufficiali attraverso l'apparentamento delle liste e non.

Il primo degli eletti, il leghista Lino Caschera, sgombra il campo da ogni dubbio e rivolgendosi agli elettori dice: «Ricevere per ben 617 volte la vostra fiducia significa che avete creduto nel mio lavoro. Un lavoro che continuerò a fare nei prossimi cinque anni, anche se, con rammarico, non sarò nell'amministrazione che abbiamo sognato, con Federico Altobelli sindaco. Siederò in Consiglio con il compito di tutelarvi, di oppormi alle scelte sbagliate, di dire no alle decisioni che ledono gli interessi dei sorani».

Bocciato dal voto, invece, il sindaco uscente Roberto De Doantis che sul suo futuro spiega: «I miei elettori hanno ascoltato in ogni occasione i contenuti e la visione strategica del mio programma. Sono informati e hanno capacità di giudizio rispetto a quanto ancora non si è sentito, perché mai si è avuto un confronto tra candidati sindaci, ad esclusione di quello tardivo e monco di qualche giorno fa. Auspico un confronto serio, all'americana, sui programmi e non sulle enunciazioni autoreferenziali di principio, in modo che tutti
i cittadini sappiano chi votare al ballottaggio. Stavolta conta quello che dicono loro, non il voto dato secondo le note logiche di vincoli parentali o di convenienza come al primo turno».