Due mesi di tempo per trovare una soluzione stabile. Ma le domande sono tre: Quale? Come? E, soprattutto, dove? Parliamo della questione dei rifiuti della provincia di Frosinone: fino al 30 settembre saranno conferiti presso la discarica di Viterbo. A partire da domani, lunedì 2 agosto, fino al 30 settembre. La situazione è stata definita dalla Regione Lazio con un'ordinanza firmata dal presidente Nicola Zingaretti. In tutto questo periodo la Saf, gestore dell'impianto di Colfelice, è autorizzata a «conferire gli scarti prodotti pari a 140 tonnellate al giorno presso la discarica Ecologia Viterbo srl, non essendo disponibile alcuna capacità di smaltimento in discarica nell'Ato Frosinone».

La situazione è cambiata, perché fino ad oggi la Saf conferirà 100 tonnellate a Viterbo e 40 a Civitavecchia. Il cambio di rotta è spiegato nell'ordinanza. Nella quale si legge: «La discarica di Fosso Crepacuore, con una volumetria residua al 22 giugno 2021 pari a circa 22.067 metri cubi e pertanto non rispondente all'autosufficienza della Città metropolitana di Roma Capitale, con una durata stimata fino alla fine del mese di agosto». Viterbo, invece, ha «a disposizione una volumetria residua al 22 giugno 2021 pari a circa 124.868,20 mc, e in cui sono state conferite da altri Ato Latina, Ato Frosinone e da Roma Capitale, con ordinanze del 1 aprile e del 10 aprile dalle 320 alle 400 t/g e si conferiscono a seguito dell'ordinanza del 20 aprile circa 200 t/g, incrementate con ordinanza del 14 giugno di ulteriori 200 t/g, fino al 30 giugno, e circa 400 t/g con ordinanza del 30 giugno 2021 fino al 31 luglio».

La Saf tratta anche 90 tonnellate al giorno di rifiuti di Roma e 158 della provincia di Latina. Per domani è prevista l'apertura della discarica di Albano, dove dovrebbero essere conferiti quantitativi importanti dei rifiuti di Roma. Ma è chiaro che l'emergenza non è affatto risolta. Perché nel Lazio sono operative soltanto due discariche, Viterbo e Civitavecchia, con quest'ultima che va verso l'esaurimento. La Regione Lazio non ha rinunciato all'ipotesi di riaprire il sito di Roccasecca e anche nei giorni scorsi è tornata alla carica. Ma non è semplice.

La questione è nota. Tutta questa fase è la conseguenza dell'esaurimento del quarto bacino di Roccasecca. E la Mad, gestore del sito, ha rinunciato all'autorizzazione integrata ambientale per la realizzazione del quinto invaso. Quanto successo in questi mesi ha dimostrato la strategicità dell'impianto di Cerreto. Ma le posizioni non sono cambiate. La Regione però non ha ufficialmente "preso atto" della rinuncia della Mad. Vuol dire che ha voluto mantenere una "feritoia" aperta. Tra le opzioni quella della requisizione dei terreni. Ma in ogni caso per il completamento del quinto invaso servirebbero mesi.