Un accordo con cinque regioni per evitare l'emergenza rifiuti a Roma. Ma intanto un'ordinanza contingibile e urgente per le prossime due settimane. Il tutto per arrivare alla fine dell'anno.

Scongiurata la riapertura di Colle Fagiolara a Colleferro.
Non riapre neppure la discarica di Roccasecca: l'idea circolata in queste ultime settimane era stata quella di una sorta di procedura di esproprio per la realizzazione del quinto invaso. Ma ci sarebbero voluti comunque almeno 70 giorni. Intanto però la Regione Lazio ha predisposto un'ordinanza contingibile e urgente di modifica di quella del 20 aprile scorso.

In base a questo provvedimento la E.Giovi, gestore degli impianti Tmb 1 e 2 di Malagrotta, potrà conferire, dal 15 giugno al 30 giugno, «gli scarti derivanti dal trattamento dei rifiuti indifferenziati prodotti da Roma Capitale e conferiti da Ama spa, pari a 200 tonnellate al giorno, «presso la discarica Ecologia Viterbo srl, al fine di consentire l'espletamento delle procedure tecnico amministrative per il conferimento presso gli impianti di smaltimento fuori Regione, non essendo disponibile alcuna capacità di smaltimento in discarica nel Comune di Roma Capitale, e non essendo sufficiente quella disponibile nella Città Metropolitana di Roma».

L'ordinanza, che ha validità fino al 30 giugno, reca in calce la firma di Nicola Zingaretti. Poi scatterà la seconda fase. Annunciata dall'assessore regionale ai rifiuti Massimiliano Valeriani. Il quale lunedì aveva detto: «La società E. Giovi, che lavora circa 1.200 tonnellate di rifiuti al giorno, ha infatti individuato alcuni operatori in altre regioni italiane in cui smaltire i rifiuti trattati.
In particolare, sono in via di definizione accordi con impianti presenti in Abruzzo, Marche, Puglia, Friuli Venezia Giulia e Lombardia per un totale di oltre 36.000 tonnellate di scarti da luglio a dicembre 2021. Come abbiamo detto sin dall'inizio, si tratta di contratti stipulati fra operatori privati per il conferimento di rifiuti urbani trattati, che non necessitano di intese preliminari tra le Regioni interessate. Questo non ha comunque lasciato indifferente l'Amministrazione regionale, che come ha sempre fatto negli ultimi tre anni, anche questa volta ha supportato con impegno e lealtà istituzionale Comuni e operatori del settore per l'individuazione di queste soluzioni. Per il trattamento e lo smaltimento, invece, la Regione Lazio ha già sottoscritto intese con l'Abruzzo per 70.000 tonnellate e con la Toscana per 13.500 tonnellate, mentre si sta attivando anche un altro accordo con la Campania per 20.000 tonnellate di rifiuti di Roma, sempre nel periodo luglio-dicembre 2021».

Ha aggiunto Valeriani: «Questa soluzione, però, non esime il Campidoglio e la Città metropolitana dall'obbligo di indicare un sito dove realizzare una discarica». Il Corriere della Sera ha scritto nell'edizione di ieri: «Intanto per la discarica del futuro della Capitale sono al vaglio del vertice al ministero della transizione ecologica l'apertura del V invaso di Roccasecca e l'allargamento di Albano Laziale. Si tratta di soluzioni a medio termine, mentre si lavora ad una di lungo termine».

Tutta questa fase è iniziata con l'esaurimento del IV invaso di Roccasecca. Successivamente la Mad, società che gestisce la discarica, ha rinunciato all'autorizzazione ambientale. Palesando quindi la volontà di non proseguire con il quinto invaso. Per il resto, relativamente cioè ai rifiuti della provincia di Frosinone, fino al 30 giugno la Saf continuerà a conferire gli scarti prodotti, pari a 140 tonnellate al giorno, rispettivamente: 100 tonnellate presso la discarica Ecologia Viterbo srl e 40 tonnellate al giorno presso la discarica Civitavecchia Fosso Crepacuore.
Poi bisognerà vedere. La Saf si aspetta una proroga.