Azzerate tutte le deleghe ad assessori e consiglieri. È questo il contenuto del decreto che ieri mattina il sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo ha firmato. Un atto che ha fortemente scosso la città e che è stato motivato spiegando che «in seno alla maggioranza consiliare si ritiene opportuno espletare una verifica politica con una riconsiderazione complessiva degli assetti di governo, per il conseguimento degli obiettivi di mandato.

Tale verifica è dettata oltre che da valutazioni politiche anche a garanzia della coesione e dell'unitarietà dell'azione di governo con il preciso obiettivo di perseguire con piena efficienza il programma politico e di dare maggiore impulso all'azione politico-amministrativa nell'esclusivo interesse pubblico, a favore della cittadinanza e nel rispetto del buon andamento e dell'imparzialità della pubblica amministrazione». Da qui la decisione di ritirare le deleghe e avviare delle consultazioni con tutti i componenti della squadra.

Sindaco, che cosa è successo?
«Non è successo nulla. Questa era una decisione che avevo maturato già da qualche giorno e che, tra l'altro, avevo già comunicata alla squadra dopo il consiglio comunale di lunedì. Ho detto a tutti che qualcosa non andava. Questo a livello comunicativo e, soprattutto, nel fatto che c'era chi voleva sostituirsi alla figura del sindaco. Il sindaco di Pontecorvo sono io, i cittadini mi hanno riconfermato la fiducia. Questo qualcuno non lo ha voluto intendere, ma fino a quando ci sarò io devono capire che il sindaco c'è. Da qui la mia decisione di azzerate tutte le deleghe e rivedere tutto».

Ma il non riconoscere la leadership della figura del sindaco è un sentimento comune in maggioranza o qualche singolo?
«Assolutamente di qualche singolo elemento sparuto.
Qualcuno si sta preparando al dopo, ad altre candidature. Ma come ho sempre detto questa è una lista che resta civica. Quando ci saranno altre elezioni si ragionerà. Il punto è che io ho sempre voluto condividere le scelte e questo, forse, qualcuno lo ha scambiato come debolezza. E ha sbagliato».

Parlava di qualche "singolo elemento sparuto". Faccia qualche nome.
«No, non è una questione di nome, ma di metodo.
Spesso si preferisce l'egoismo all'altruismo, il pettegolezzo viene fomentato. Tutto questo deve finire».

Ha detto che è una scelta che stava maturando da tempo. Ma qual è stato il momento in cui ha detto "basta" e deciso di firmare il decreto di revoca? «Negli ultimi quindici, ma anche venti, giorni ho notato che si badava di più al pettegolezzo, a trasmettere notizie fuori per segnare la maggioranza e non difenderla. L'obiettivo non era il raggiungimento degli obiettivi. A questo aggiungiamo che qualcuno difendeva la propria delega a danno di altri. Bisogna sempre ricordarsi che le deleghe sono tutte nelle mani del sindaco che decide quando darle e quando toglierle.
Dal punto di vista personale e professionale massimo rispetto, ma dal punto di vista politico si apre una riflessione».

Ma in giunta cosa accadrà? Ci sarà solo un rimescolamento di deleghe o qualcuno sarà sostituito?
«Questo ancora non l'ho ancora considerato.
Attualmente gli assessori, se vogliono, possono continuare a lavorare anche senza le singole deleghe.
I progetti che sono iniziati devono essere portati avanti con forza da tutta la squadra. Ma ci tengo a sottolineare una cosa. Io avrei potuto azzerare le deleghe già a inizio settimana, ma ho scelto di farlo dopo l'approvazione del bilancio in giunta. Questo per grande senso di responsabilità e per mettere, sempre, al primo posto l'interesse dell'Ente e della comunità che sono in assoluta e totale sicurezza».

Da martedì, dopo la pausa per Pasqua, cosa accadrà?
«Inizierò delle consultazioni singole con tutti i componenti della maggioranza. Incontrerò per primi il presidente del consiglio comunale Katiuscia Mulattieri e il capogruppo Fernando Carnevale. Poi, forse già in settimana, convocherò un gruppo di maggioranza».

Dal momento della firma del decreto di revoca tanti cittadini sono rimasti spiazzati e disorientati. Ecco, proprio ai pontecorvesi, in questo momento, cosa si sente di dire?
«Prima di tutto mi sento di augurare a tutti una serena Pasqua che, anche quest'anno, sarà particolare e diversa. Ciò che posso dire è che devono stare tranquilli perché il sindaco c'è. La squadra intorno può cambiare, ma il sindaco che è la figura di riferimento, quella che hanno votato, c'è e ha senso di responsabilità».

E, intanto, la scelta del venerdì santo porterà a una Pasqua di riflessione da parte di tutta la squadra guidata da Anselmo Rotondo con l'indicazione del "primus" a lavorare lo stesso per il bene della città, quella stessa città che è in fermento e segue ogni mossa.