Insulti sessisti nei confronti del direttore generale della Asl di Frosinone, arriva la solidarietà da parte dei consiglieri regionali del Partito democratico. Tutto nasce da una lettera dell'avvocato Giuseppe Tomasso per conto del sindacato Fials guidato dal segretario Francesco D'Angelo, nella quale l'attuale management della Asl di Frosinone viene paragonato a personaggi della Disney.

La cosa non ha fatto piacere al Pd regionale che ieri ha replicato, con un documento firmato da 23 consiglieri compreso il presidente della massima assise Mauro Buschini.

A rincarare la dose, lo stesso Governatore Nicola Zingaretti. «Adesso è ora che la facciano finita, non appena una donna arriva ad un posto di comando gli insulti beceri e sessisti non tardano ad arrivare, ma questo non sarà più tollerato - tuona la nota dei dem -  Tomasso e D'Angelo hanno deciso di ridurre il tutto ad una buffonata, mettendo ben esposta l'immagine sotto la sua intestazione della versione femminile di "Qui, Quo e Qua" i tre personaggi Disney, al fine di ledere l'onore e la dignità delle tre direttrici della ASL ciociara, le dottoresse Pier Paola D'Alessandro, Eleonora Di Giulio e Simona Carli. La missiva, indirizzata anche all'Assessore D'Amato, è di una violenza verbale inaudita. Hanno deciso di chiamare le tre direttrici apostrofandole "Ely, Emy ed Evy", come i tre personaggi di Paperino. Tutto questo in una lettera inviata a degli organi istituzionali e che meriterebbe un certo livello di serietà».

Il passaggio che fa maggiormente arrabbiare i dem è quello nella missiva in cui si dice: "Una terna femminile non avrebbe potuto reggere all'urto delle problematiche". «Il problema per D'Angelo e Tomasso è il fatto che si tratti di tre donne alla guida della Asl di Frosinone. È un atteggiamento misogino.
A questo punto auspichiamo l'intervento della Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Maria Masi».

Il presidente Zingaretti aggiunge: «Ridicolizzare, denigrare e insultare delle professioniste non è accettabile e non fa certo onore a chi ha firmato la lettera. Chi lo ha fatto dimentica che dietro a dei ruoli istituzionali ci sono delle persone, che il rispetto è la regola che dovrebbe sempre guidare qualsiasi tipo di dibattito. Alle tre dirigenti va tutta la mia solidarietà».

Il caso trova biasimo anche a destra. I consiglieri Tripodi, Simeone e Capolei dicono:«Parole sconcertanti, appellativi fuori luogo e forieri di una modalità di espressione e di contestazione che non possiamo che censurare».