«Leggere certe dichiarazioni è veramente stucchevole.
Dichiarazioni che con il partito non c'entrano davvero nulla». È durissima la risposta del tre subcommissari provinciali di Forza Italia, Adriano Piacentini, Daniele Natalia e Rossella Chiusaroli, al presidente del gruppo provinciale Gianluca Quadrini. Il tema del contendere è il confronto all'interno degli "azzurri".

Con Quadrini che aveva detto: «Ho provato in tutti i modi a convincere Anselmo Rotondo a non lasciare Forza Italia. Ma il punto è che lui si aspettava un segnale forte da parte dei tre subcommissari, che evidentemente non gli è arrivato». Aggiungendo poi: «Devo dire che ho molto apprezzato il profilo che sta tenendo il senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone. Il quale su questo punto specifico non è intervenuto».

Chiaro il tentativo di provare a spaccare l'asse tra Fazzone e i tre subcommissari. Piacentini, Natalia e Chiusaroli notano: «Verrebbe da dire "tam quam non esset", ma veniamo al merito delle questioni». Non nominano Gianluca Quadrini, ma è chiaro che il riferimento è a lui.

Argomentano i tre subcommissari: «Certe ricostruzioni sono davvero assurde. Significa aver dimenticato quello che è successo. Significa aver dimenticato che tutta questa vicenda nasce dai suoi comportamenti e dalle sue scelte politiche. Al punto da vedersi revocare una importante delega regionale di fiducia (ndr: da vicecoordinatore regionale del partito) conferita dall'autorevole (in questo contesto l'aggettivo è davvero calzante) senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone».

Aggiungono: «Si dimentica, o forse si fa finta dimenticare, la lunga serie di incontri che lui ha organizzato non coinvolgendoci sistematicamente.
Dove sta il senso di responsabilità? Dove sta il rispetto della linea del partito e di chi il partito rappresenta? Perché durante quegli incontri non si faceva altro che criticare e dileggiare l'operato dei tre subcommissari.
In tutti questi mesi noi non abbiamo fatto altro che lavorare sul territorio e cercare di recuperare tutti coloro che avevano perso fiducia nel partito. Senza dimenticare che, nel momento in cui ha perso la fiducia di chi gli aveva conferito la delega, ha provato a rivolgersi ad esponenti nazionali del partito.

Raccontando però la sua versione dei fatti. E oggi si tessono le lodi del senatore Claudio Fazzone per cercare di spaccare un fronte che più saldo non potrebbe essere? Basta ripercorrere la rassegna stampa degli ultimi mesi per avere contezza dei "capricci" e delle contestazioni di chi, al cospetto del maggiore ed autorevole esponente regionale, più volte invitato ad essere protagonista nella vita del partito, non ha fatto altro che rappresentare insoddisfazioni affinché potesse rendersi libero nelle scelte».

Notano ancora Piacentini, Natalia e Chiusaroli: «E il paradosso è che oggi ci si viene a lamentare del mancato coinvolgimento, quando a diverse riunioni (alle quali era stato legittimamente invitato) non si è mai presentato. Lui e anche altri. I quali anzi, a voler dire le cose come stanno, hanno anche provato a convincere altri esponenti del partito a non partecipare. Forza Italia è una, è vero: ma questo possiamo dirlo noi. Invitiamo chi fa queste ricostruzioni assurde a smetterla con atteggiamenti mistificatori. La smetta di ondeggiare da una posizione ad un'altra, faccia prevalere il senso di responsabilità e la coerenza negli atteggiamenti. Si concentri sul partito e sulla politica, lasciando stare ricostruzioni fondate sul nulla. E la smetta di continuare ad attaccare i subcommissari che lavorano sul territorio con l'unico obiettivo di far crescere il partito. Con il pieno sostegno, noi sì, del senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone».