Gli aventi diritto al voto sono i sindaci e i consiglieri dei 91 Comuni della Ciociaria. È a loro che bisogna guardare quando si elaborano le strategie elettorali. Tenendo sempre a mente che dopo la riforma Delrio le Province sono enti di secondo livello. Inoltre le normative sono molto precise e possono fare la differenza. Il 7 aprile 2021 scade il mandato degli attuali 12 consiglieri provinciali. Da quel momento in poi il presidente Antonio Pompeo avrà 90 giorni di tempo per convocare le elezioni. Fino cioè a luglio. Non è un particolare di poco conto.

I Comuni al voto
Sull'intera stagione elettorale italiana pende la spada di Damocle della pandemia da Covid-19. Bisognerà vedere come evolverà la situazione. Ma in ogni caso eventuali spostamenti riguarderanno tutte le competizioni in programma. Antonio Pompeo aspetterà che prima si svolgano le amministrative, anche per una questione di rispetto istituzionale. Alle urne sono chiamati 22 Comuni, tra i quali Sora e Alatri. Due centri che "pesano" molto nei meccanismi del voto ponderato.
Ma si voterà pure ad Acquafondata, Alvito, Casalattico, Castrocielo, Castro dei Volsci, Collepardo, Esperia, Fumone, Monte San Giovanni Campano, Pastena, Roccasecca, Sgurgola, Supino, Terelle, Torre Cajetani, Torrice, Trivigliano, Vallecorsa, Vicalvi, Viticuso. Il che vuol dire che ci sarà un importante rinnovo della platea elettorale. E di questo devono tenere conto tutti i partiti e le liste che si presenteranno alle prossime provinciali.

La posta in gioco per i partiti
Sul versante del centrodestra è molto complicato pensare ad una sola lista unitaria. Anche perché il sistema elettorale di fatto favorisce le scelte di presentare singole liste di partito. Si tratta di una competizione nella quale si misura il "peso" dei partiti a livello di amministratori. La Lega cerca una legittimazione forte. Nel 2019 elesse 2 consiglieri, entrambi di Frosinone ed entrambi appartenenti a liste civiche. Andrea Campioni stava con la Lista Ottaviani, poi ha aderito al Carroccio. Mentre Igino Guglielmi (Polo Civico) recentemente è uscito dal gruppo provinciale della Lega collocandosi nel Misto. Ribadendo in questo modo l'appartenenza al Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli. La Lega cercherà il risultato alle provinciali e il coordinatore Nicola Ottaviani ci sta lavorando. Ma nel centrodestra anche Fratelli d'Italia vuole battere un colpo forte e chiaro. Quanto a Forza Italia, nei Comuni ha sindaci e consiglieri che possono fare la differenza. Si tratta di tenere tutti dalla stessa parte. Sia i fedelissimi del senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone (i subcommissari Adriano Piacentini, Daniele Natalia e Rossella Chiusaroli) che Gianluca Quadrini, Anselmo Rotondo e Gioacchino Ferdinandi.
Il Partito Democratico nell'aprile 2019 elesse 4 consiglieri. La conferma di quel risultato è la priorità.
Bisognerà vedere su chi punteranno però le due componenti principali del partito. E cioè Pensare Democratico di Francesco De Angelis e Base Riformista di Antonio Pompeo. 

Gli incastri delle date
Una volta archiviata l'elezione riguardante i consiglieri si comincerà a pensare a quella del prossimo presidente. Che non è immediata, ma che sicuramente rappresenta un appuntamento da segnare sul calendario della politica. Antonio Pompeo è al secondo mandato da presidente della Provincia. Secondo mandato che scade il 31 ottobre 2022. Per statuto ha 90 giorni di tempo per convocare le elezioni. Quei tre mesi di tempo scadono a gennaio 2023. Vale la pena di ricordare che alla carica di presidente della Provincia possono concorrere soltanto i sindaci. Ad una condizione però e cioè che abbiano davanti ancora 18 mesi di mandato.
Quindi è evidente che la scelta di Antonio Pompeo per quanto riguarda la data sarà fondamentale. Per molti versi decisiva. Perché sindaci che non avranno 18 mesi di mandato davanti non potranno concorrere per lo scranno più prestigioso dell'ente di piazza Gramsci.
Inoltre, sempre per tenere presente la platea elettorale, va detto che nel 2022 andranno alle urne altri Comuni.
In primis Frosinone, il capoluogo. Quello che "pesa" più di chiunque altro nel meccanismo del voto ponderato.
Nel 2022 si voterà pure a Campoli Appennino, Castelnuovo Parano, Picinisco, Piedimonte San Germano, Pofi, San Biagio Saracinisco. Tutte considerazioni che vanno fatte, anche con riferimento ai consiglieri provinciali, visto che questi ultimi decadono dal ruolo nel momento in cui non sono più consiglieri comunali.

L'identikit e i "papabili"
Sempre volendo considerare i meccanismi elettorali va detta una cosa. Per ambire alla carica di presidente è necessario puntare ad una sintesi geografica e politica.
Geografica perché è importante poter ricevere consensi dai Comuni del nord e del sud della provincia, dell'est e dell'ovest. Politica perché la condizioni irrinunciabile è quella di partire con il sostegno del proprio partito e dell'area di appartenenza. Lo si è visto benissimo il 31 ottobre 2018, quando Antonio Pompeo è stato confermato presidente in virtù di due elementi. Il primo fu l'unità del Partito Democratico sul suo nome.
Con un accordo di ferro tra le componenti. Il secondo però fu rappresentato dalle evidenti e forti spaccature all'interno della coalizione di centrodestra. Con tanti "franchi tiratori" che fecero naufragare sul nascere le speranze del candidato Tommaso Ciccone.
Sono considerazioni che vanno fatte. Sul versante della "successione" ad Antonio Pompeo, è ancora presto.

Ma alcuni nomi circolano. Nel Pd per esempio quelli dei sindaci Enzo Salera (Cassino) e Massimiliano Quadrini (Isola del Liri). Per entrambi però il mandato scade nel maggio 2024. Il che vuol dire che potranno concorrere alla presidenza della Provincia soltanto se Pompeo fisserà la data delle elezioni prima del 24 novembre 2022. Altrimenti avranno meno di 18 mesi di mandato da sindaco davanti. Sul versante del centrodestra potrebbero pensare ad una candidatura alla presidenza sia Roberto Caligiore (Ceccano) che Anselmo Rotondo (Pontecorvo). Il primo è un esponente di Fratelli d'Italia, il secondo di Forza Italia. Ma manca ancora diverso tempo e non bisogna neppure sottovalutare il "fattore" Frosinone. Nel senso che il sindaco del capoluogo (che non sarà più Nicola Ottaviani) potrebbe decidere di scendere in campo.

C'è infine un ulteriore scenario da considerare. E cioè che sempre nel 2023 arrivano a scadenza naturale sia la legislatura parlamentare che quella regionale del Lazio. Il che vuol dire elezioni politiche e regionali. La partita per la presidenza della Provincia rappresenterà un ottimo test, proprio perché parametrata sugli amministratori, sindaci e consiglieri. Inoltre uno scenario del genere finirà con il favorire trattative ad ampio raggio e a tutto campo tra i big dei vari partiti.
Ottenere una candidatura eleggibile a Camera e Senato sarà sempre più difficile considerando il taglio di 345 seggi e la riforma dei collegi. E questo finirà con determinare possibili "intasamenti" alle regionali.
Ergo, per la presidenza della Provincia trovare un accordo può essere decisivo.