L'occasione offerta dalla conferenza organizzata da Forza Italia ieri mattina a Frosinone, nelle sale del "Papò Caffè" è stata duplice: rilanciare l'azione del partito sul territorio provinciale, grazie all'ingresso di un gruppo di giovani amministratori guidati da Samuel Battaglini, uscito da Fratelli d'Italia.

Quindi, chiarire definitivamente che nel nuovo corso degli "azzurri" contano soprattutto il rispetto delle regole interne, il dialogo, le decisioni collegiali. E che di conseguenza, non c'è posto per i personalismi, le scelte non condivise, l'improvvisazione. A questo secondo aspetto dell'incontro con l'informazione ha pensato il coordinatore regionale, nonché commissario provinciale, Claudio Fazzone, intervenuto alla manifestazione insieme ai tre sub-commissari Adriano Piacentini, Rossella Chiusaroli e Daniele Natalia.

Il senatore di FI è tornato sulla vicenda del suo mancato invito all'inaugurazione di una sezione "azzurra" a Sora, per stabilire con precisione la linea di condotta che ogni iscritto, a maggior ragione se ricopre una carica istituzionale, ha il dovere di seguire. «Parto dal presupposto che ognuno è libero di invitare chi vuole ci - ha detto il senatore Fazzone - ma esistono regole interne di un partito che vanno rispettate. Al di là della presenza dell'onorevole Tajani all'inaugurazione della nuova sede di Sora, a cui ha fatto bene a partecipare, è stato invece un grave errore non invitare la capogruppo consiliare Petricca e il coordinatore cittadino Di Carlo, oltre ai sub-commissari e al sottoscritto. C'è qualcuno, infatti, che non vuole riconoscere quanto Piacentini, Chiusaroli e Natalia stiano lavorando bene sul territorio, e i risultati arrivano proprio perchè lo stanno facendo insieme. Tra l'altro, fu questo qualcuno a indicarmi i nomi dei tre subcommissari, e sinceramente all'inizio non ero molto convinto della scelta. Una volta insediati, credeva che fossero suoi subalterni e di poterne disporre a suo piacimento, ma non poteva essere così».

Da qui una stoccata al rappresentante di FI, che il coordinatore regionale non nomina mai, ma che da tempo è il protagonista dello scontro interno al partito, il consigliere provinciale Gianluca Quadrini: «Premetto che questa persona l'ho riportata io in Forza Italia sottolinea il senatore credendo che volesse creare un movimento inclusivo. Invece, non solo non ha mantenuto l'impegno, ma nel caso di Sora ha ritenuto che la città fosse di sua competenza esclusiva, decidendo tutto a discapito della consigliera Petricca e del coordinatore Di Carlo.

In merito alle candidature per le prossime comunali, io stesso ho incontrato gli "azzurri" sorani indicando una sola strada: l'unità del Centrodestra. I tre partiti della coalizione devono convergere su un candidato unico e condiviso, non è essenziale il nome, ma l'unità. La politica che ho sempre praticato è quella dell'inclusione, in un partito dove c'è spazio per tutti, in particolare per i giovani come dimostra l'evento di oggi (ieri, ndr). Le decisioni vanno prese insieme dopo un dibattito e un confronto democratico. E se non c'è una volontà unanime, prevale quella della maggioranza, a cui la minoranza deve adeguarsi. Altrimenti, non può restare in un partito che ha regole democratiche.

Il confronto tra posizioni divergenti, anche acceso, potrà esserci nel prossimo congresso provinciale, quando verrà eletta la nuova classe dirigente di Forza Italia.
Ma gli sconfitti non dovranno remare contro il partito, come fanno alcuni candidati alle primarie per i sindaci, i quali formano una propria lista in opposizione al vincitore. Al contrario, chi perde deve sostenerlo per portare al successo l'intera coalizione». Una concisa, ma significativa, lezione di realpolitik, impartita dal senatore Claudio Fazzone.