«Errare è umano, ma perseverare...». Inizia così una nota congiunta dei consiglieri comunali Stefano Pizzutelli (Frosinone in Comune), Marco Mastronardi, Fabiana Scasseddu, Daniele Riggi (Gruppo Misto).
Il tema è quello dello svolgimento in presenza delle sedute del consiglio comunale di Frosinone.

Rilevano: «In occasione dell'ultima seduta sul question time il consigliere Mastronardi aveva riproposto il tanto dibattuto tema dello svolgimento dei consigli comunali in videoconferenza, sia in relazione alle mai chiarite idoneità dei locali, sulle quali continuiamo a dubitare, ma soprattutto per motivi di opportuna cautela. Un principio che ora il Dpcm 18/10/2020 ha reso un obbligo, vista la preoccupante escalation di casi positivi al Covid 19. L'articolo 1 comma 1° del Decreto, infatti, al punto 5) recita: "...nell'ambito delle Pubbliche Amministrazioni le riunioni si svolgono in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni..."».

Continuano: «Orbene, ci è stata recapitata come se nulla fosse, proprio in piena vigenza del citato Decreto, la convocazione per la seduta straordinaria del consiglio comunale, che prevede la discussione di ben 11 punti; una seduta con tutta probabilità ricca di interventi e molto partecipata visti gli argomenti da trattare. Contemporaneamente c'è una dichiarazione del segretario generale Angelo Scimé, che giustifica la convocazione "in presenza" a causa di una votazione a scrutinio segreto, prevista al punto numero 10 dell'ordine del giorno, per la nomina del presidente del nuovo collegio dei revisori dei conti».

Dichiarano ancora: «Dobbiamo però rilevare che il servizio ConsigliCloud consente lo svolgimento del consiglio comunale in modalità videoconferenza e garantisce il "corretto svolgimento dei consigli comunali", dando la possibilità di espressione del voto, "sia palese che segreto" (a riprova basta visitare la pagina web www.videocongressi.it e leggere le caratteristiche del servizio Consiglicloud). A questo punto non capiamo perché l'Amministrazione abbia deciso di non avvalersi di questo servizio, nonostante a tutti i consiglieri siano state fornite le credenziali di accesso (username e password) già dallo scorso aprile.
Il servizio ci risulta essere perfettamente funzionante, ma quand'anche l'Amministrazione lo avesse ritenuto non affidabile già da allora, perché non ha provveduto a cercare soluzioni tecnologiche alternative?».

Argomentano quindi: «Se il "problema" del voto segreto, dunque, può essere superato, perché l'Amministrazione continua ad avere un atteggiamento di chiusura sul tema consiglio a distanza? Non vogliamo affidare la risposta a "cattivi pensieri" legati a "giochi" di numeri e maggioranze, ma dobbiamo comunque rilevare l'infondatezza delle motivazioni che hanno determinato anche questa volta la scelta del consiglio comunale in presenza, evidenziando inoltre, che questa ostinata posizione, oltre che contraria alle attuali regole, in caso di riscontrata successiva inconsapevole positività di uno dei presenti, alla quarantena tutti i presenti, con i conseguenti disagi di natura sociale, lavorativa ed economica che un malaugurato fatto del genere comporterebbe. In conclusione, nel ricordare che le istituzioni dovrebbero per prime dare il buon esempio, chiediamo nuovamente al presidente del consiglio comunale di verificare quanto asseriamo e di provvedere tempestivamente alla riconvocazione del consiglio comunale in video conferenza anche perché, tra l'altro, consideriamo davvero inaccettabile il fatto che un consigliere comunale per tutelare la propria salute, quella dei propri familiari ed in generale la salute pubblica, debba rinunciare ad esercitare il proprio ruolo di rappresentanza».

Adriano Piacentini, presidente del consiglio comunale di Frosinone, spiega: «Senza voler accendere una sterile polemica su un problema veramente delicato, respingendo al mittente alcune considerazioni strumentali e gratuite della nota firmata dai signori consiglieri, tenuto conto anche de documento dell'Anci pervenuta il 22 ottobre scorso (dove, tra l'altro, in maniera chiara ed inequivocabile si fa il distinguo tra le riunioni di pubblica amministrazione, ove il Dpcm trova completa applicazione, e le riunioni di organi elettivi, per le quali si fa riferimento al principio della discrezionalità), stante anche la presenza di un punto all'ordine del giorno in cui è previsto lo scrutinio segreto, con tutto quello che la stessa procedura richiede, la seduta consiliare si terrà in presenza presso la sede indicata nella notifica».

Vale a dire la sede della Sala della Protezione Civile del Centro Operativo Misto di piazzale Europa. Aggiunge Piacentini: «Le norme di sicurezza sono sempre state garantite e sempre lo saranno. Fra l'altro mi sono consultato con gli organi deputati a questo. Come ho già avuto modo di sottolineare più volte, tutti teniamo al rispetto delle procedure di sicurezza e nessuno mette a rischio nulla».

La nota dell'Anci alla quale fa riferimento Adriano Piacentini è quella del 21 ottobre scorso, a firma del segretario generale dell'associazione nazionale dei Comuni italiani, il dottor Giuseppe De Righi. Il quale scrive: «Le riunioni della Pubblica Amministrazione non sono assimilabili giuridicamente alle riunioni degli organi elettivi degli enti locali che hanno disciplina autonoma e peculiare. Il legislatore (vedi Dl Cura Italia), quando ha voluto introdurre la disciplina derogatoria per le riunioni di consiglio e di giunta, se esistono condizioni e rispetto delle misure di sicurezza che consentono le riunioni in presenza».

Poi aggiunge: «Ne consegue che resta inalterata la massima discrezionalità di ogni ente di provvedere alla disciplina delle riunioni degli organi dell'Amministrazione Comunale, con l'ovvia necessità di applicare con la massima cura tutta la normativa sanitaria di prevenzione del contagio da Coronavirus.
Resta infine valida sicuramente la modalità di riunione a distanza mediante gli strumenti della videoconferenza o analoghi, come già sperimentato in precedenza».