La partitona della giunta e l'effetto domino negli enti intermedi. Il "dopo elezione" del presidente della Camera di Commercio del Basso Lazio apre scenari importanti e delicati. La vittoria di Giovanni Acampora ha segnato un punto di non ritorno, da qualunque angolazione si osservi la situazione.

La posizione di Unindustria
L'associazione di categoria è in una profonda fase di riflessione. Al punto che i consiglieri camerali non rilasceranno dichiarazioni. Se mai dovesse esserci una presa di posizione ufficiale, la stessa sarà affidata al presidente Angelo Camilli. Oppure al direttore generale Maurizio Tarquini. Entrambi convinti che Marcello Pigliacelli fosse il candidato giusto per vincere la "battaglia" della presidenza della Camera di Commercio di Latina e Frosinone. Si stanno analizzando tutte le composizioni possibili che hanno portato ai 20 venti voti per Giovanni Acampora e ai 12 per Marcello Pigliacelli.
Per individuare soprattutto i possibili "franchi tiratori".
Il clima è di grande nervosismo e non potrebbe essere altrimenti. I numeri della sconfitta, più della sconfitta stessa, portano ad una inevitabile conclusione: per molti versi è stato anche un voto "contro" la candidatura di Marcello Pigliacelli.

Il fronte della Giunta
Il tentativo (complicato) che si vuole provare a fare è cercare di "recuperare" quello che doveva essere lo schieramento a favore di Pigliacelli. Dimostrando di aver capito il messaggio, oltre che la lezione. In tanti alla vigilia, anche per non sbilanciarsi, pronosticavano un 16-16 di partenza. Però è chiaro a tutti che su Giovanni Acampora si è formata un'alleanza vera, forte, determinata. C'è poi l'aspetto tecnico, vale a dire il sistema di voto. I membri della Giunta dovranno essere eletti dai consiglieri, che potranno esprimere ciascuno due preferenze. Con i rapporti di forza emersi sull'elezione del presidente si potrebbe andare incontro ad una composizione della Giunta che veda 5 membri di maggioranza e 3 di opposizione. In totale sono 7, più il presidente. Ma è pure evidente che ci si porrà il problema di una governance il più possibile condivisa.
In questo momento però la situazione è molto fluida e l'elezione dei membri della giunta sarà un test fondamentale.

I numeri sono questi: 33 consiglieri, quindi 66 voti.
Svariate le combinazioni possibili. Quindi ci sono 14 sigle presenti all'interno del consiglio camerale: Confcommercio Lazio Sud, Unindustria, Confesercenti, Cna, ConfimpreseItalia, Confcooperative, Coldiretti, Confagricoltura, Federlazio, Sindacati, Ordini professionali, Ambulanti, Credito Abi, Consumatori.
Impossibile che tutte possano essere rappresentate in giunta. Ecco perché la "composizione" dell'organo esecutivo sarà un "puzzle" complicatissimo. Anzi, una partita a scacchi giocata sull'orlo di una crisi di nervi.

Sul tavolo anche la necessità di assicurare la presenza in Giunta ai quattro settori chiave dell'economia: industria, commercio, artigianato e agricoltura.
Poi ci saranno altri passaggi fondamentali. Il primo riguarda la nomina del vicepresidente dell'ente camerale del Basso Lazio. Una scelta che compete al presidente Giovanni Acampora. Poi l'indicazione di chi dovrà guidare la super Azienda speciale che verrà fuori dalla fusione tra Latina e Frosinone. Infine, il fattore territoriale. Nel senso che c'è l'esigenza di mantenere un equilibrio (di rappresentanza e di istanze) tra le due province di Frosinone e Latina. Vero che parliamo dell'ottava Camera di Commercio italiana della necessità di avere una governance completamente nuova sotto ogni punto di vista, ma in questa fase di partenza è necessario comunque mantenere gli equilibri.

Gli effetti sugli enti intermedi
Non sfugge a nessuno che il peso, economico ma anche politico, della Camera di Commercio del Basso Lazio è enorme. E si sentirà (eccome se si sentirà) negli enti intermedi. A cominciare dai Consorzi industriali. Ma c'è un elemento ulteriore, che è quello del progetto di Consorzio industriale regionale unico.
Un progetto avviato ma non ancora ultimato. Il mese decisivo dovrebbe essere gennaio, ma a questo punto bisognerà vedere. Il Governatore Nicola Zingaretti ha individuato da tempo in Francesco De Angelis (numero uno del Consorzio Asi di Frosinone) la persona deputata a guidare il nuovo ente. De Angelis è un esponente storico del Pci-Pds-Ds-Pd. Oltre che leader dell'area Pensare Democratico, alla quale fa riferimento anche il presidente del consiglio regionale Mauro Buschini.

A questo punto però bisognerà vedere quale sarà la posizione della Camera di Commercio del Basso Lazio sull'opzione del Consorzio unico. Il voto favorevole è tutt'altro che scontato. C'è poi pure una prospettiva politica, inutile nascondersi dietro un dito. I rapporti di forza sono destinati a cambiare in ogni tipo di ente intermedio delle province di Latina e Frosinone. Per quanto riguarda la Ciociaria, per esempio, il Partito Democratico da tempo riesce a prevalere in questi enti.

Ma adesso la situazione può mutare. A questo sta lavorando, per esempio, il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, da pochissimo tempo anche segretario provinciale della Lega. Il meccanismo di composizione degli enti intermedi presuppone delle alleanze tra Comuni e associazioni di categoria. Ed è chiaro che i sindaci fanno riferimento a partiti e a forze politiche. La Camera di Commercio del Basso Lazio è destinata a recitare da protagonista, come fulcro imprescindibile di ogni possibile nuovo scenario. In tutti gli enti intermedi.
E questa è una partita che deve ancora cominciare. Una partita da tripla.