Dopo le dimissione della Consigliera Federica Aceto, divenuta Assessore alle Politiche sociali, le è subentrato nell'assise civica, Daniele Massa, primo dei non eletti nella lista di Fratelli d'Italia. Ceccanese classe '94, studente di scienze politiche e relazioni internazionali, volontariato in Opes, capo segreteria del senatore Ruspandini e presidente provinciale di Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di FdI.
Il più giovane consigliere del Caligiore bis. Se lo sarebbe aspettato?
«No, ho scelto di candidarmi con la consapevolezza che la sfida che mi si parava davanti sarebbe stata difficilissima. Nella lista di Fratelli d'Italia figuravano tre candidati che venivano da un'esperienza da amministratori. Oltre a loro c'era una grande concentrazione di donne e uomini davvero forti. Gli oltre 1.500 voti conseguiti lo hanno dimostrato. È stata una bella soddisfazione ed ora devo affrontare una grandissima responsabilità».
Un percorso politico iniziato da giovanissimo al fianco del senatore Ruspandini. Quanto è stato determinante?
«Il senatore Massimo Ruspandini è stato fondamentale per me. Sono stato davvero fortunato a incontrarlo, oltre che assennato nel credere in lui, anche se non è affatto difficile affidarcisi. Il suo apporto è stato determinante.
Probabilmente, se non avessi incontrato Massimo Ruspandini, sarei ancora in cerca di una meta e uno scopo nella vita, come molti ragazzi della nostra provincia, senza ideali e senza esempi».
E quanto è stato fondamentale l'essere presidente provinciale di Gioventù Nazionale?
«Davvero molto. Ogni ruolo porta con sé delle responsabilità che ti fanno maturare, in questo caso sotto ogni punto di vista. Guidare la federazione di Gioventù Nazionale significa raccogliere un testimone che pesa, continuare una tradizione importante, far riferimento a una storia difficile. Insomma è un ruolo che va onorato e per farlo ci vuole impegno. Ho la fortuna di condividere questo percorso con una classe dirigente e militante molto preparata. Esprimiamo diversi amministratori e con loro faremo squadra anche sull'attività amministrativa».
Ha individuato il target dei suoi elettori? Quanto conta fare politica tra la gente, e tra i giovani?
«Non è facile circoscrivere 379 preferenze. Fare politica tra la gente e tra i giovani fa la differenza. Credo fortemente nell'attività svolta nelle piazze e nell'avere una sezione aperta, un luogo fisico che possa essere punto di riferimento, soprattutto per i ragazzi. D'altronde questo è "il modello Ruspandini" che non potevo non seguire».
Quale la sua delega e i suoi obiettivi?
«Il sindaco mi ha affidato la delega alle politiche giovanili, ce la metterò tutta per fare un bel lavoro e svolgere il mandato nel migliore dei modi. L'obiettivo è quello di mettere in campo una serie di iniziative che possano lasciare il segno nelle giovani generazioni.
Sarà importante intercettare bandi, investire più risorse possibili e creare degli spazi dedicati».
La sua è sempre stata una posizione di lotta. Ora si metterà in giacca e cravatta?
«Mi siederò in Consiglio comunale e abbandonerò tutto il resto? Certo che no. La parte più bella della politica per me resta quella della sezione, delle riunioni, delle iniziative, delle manifestazioni con megafono e fumogeni accesi, delle nottate ad attaccare i manifesti o a fare uno striscione. A prescindere dal ruolo sarò sempre me stesso».