Confcommercio spariglia il tavolo e rilancia la puntata nella partita per la presidenza della Camera di Commercio di Frosinone e Latina. Dopo la doppia fumata nera di mercoledì, due scrutini da 19 schede bianche ciascuno sull'unica candidatura di Marcello Pigliacelli, il presidente di Confcommercio Lazio Giovanni Acampora ha scritto al presidente di Unindustria regionale, Angelo Camilli, e ai due presidenti degli industriali di Frosinone e Latina, Miriam Diurni e Pierpaolo Pontecorvo, rivolgendo a tutti un appello per un ripensamento sulle modalità attraverso le quali si sta marciando verso l'elezione della nuova governance di Camera di Commercio del Basso Lazio.

«In uno dei momenti più difficili della nostra storia, che ridisegnerà totalmente i confini del nostro mondo e del nostro agire  - esordisce Acampora - dobbiamo dimostrare di essere in grado di compiere scelte coraggiose e condivise. E benché si tratti di un compito difficile, per noi che rappresentiamo importanti associazioni vige l'obbligo morale di provarci. Dobbiamo farlo insieme, a partire dalla elezione della nuova governance della Camera di Commercio, che per la prima volta vede riunite le due province pontina e ciociara. Dobbiamo provarci incominciando col mettere da parte rivendicazioni personali, campanilismi e fughe solitarie».

Agli osservatori che guardano dall'esterno alle ultime vicissitudini della Camera di Commercio, non è sfuggito che le associazioni che rappresentano il Consiglio camerale sono giunte divise all'appuntamento con l'occasione storica dell'unificazione dei due territori provinciali a sud di Roma, un momento che avrebbe richiesto unità di visione, di intenti e di programmi, anche nella scelta del Presidente.

Il vuoto che si è venuto a creare è emerso chiaro e netto dalla doppia e inutile votazione dell'altro ieri, che dietro la facciata del fair play per l'assenza di un nutrito gruppo di consiglieri nasconde invece il timore di andare alla conta in un momento di profonda incertezza che a sua volta è sintomo di disunione.

«Confcommercio, nel solco della linea tracciata dal Presidente nazionale Carlo Sangalli, crede fermamente nel processo di riforma delle Camere di Commercio e nella straordinaria opportunità che la nascita del nuovo ente rappresenta per l'economia dei nostri territori  - aggiunge Acampora - rivolgendosi ai vertici di Unindustria La creazione di un'area vasta che conta quasi un milione di persone e oltre centomila imprese, non può essere vanificata da ambizioni personali ed egoismi».

La proposta che viene fuori dall'appello di Giovanni Acampora è quella che vede Confcommercio pronta a mettersi a disposizione, rinunciando a candidature laddove si arrivi ad una governance condivisa, che sia realmente innovativa, oltre che rispettosa delle rappresentanze territoriali.

Ma l'appello tradisce anche una vena provocatoria, una sfida che sa di ultimatum: Unindustria faccia un passo indietro sulla candidatura di Marcello Pigliacelli, o addio all'idea di una governance condivisa. Non è difficile provare a ipotizzare cosa succederà da qui alla data fissata per il prossimo turno di votazione per l'elezione del presidente della Camera di Commercio: Unindustria potrebbe rispondere picche alla richiesta di Acampora, o addirittura evitare di rispondere, e Confcommercio si sentirà autorizzata, dopo l'appello inascoltato, a proporre una sua candidatura alternativa a quella di Marcello Pigliacelli.