Il fattore virus sull'election day di oggi e domani. Destinato ad incidere sulla partecipazione, ma anche sulle modalità e sui tempi di espressione del consenso. Con il rischio di code ai seggi. E con un effetto "variabile" sull'affluenza. Ne sono consapevoli tutti: le Prefetture, i Comuni, la politica. Tutti dovranno fare i conti con un'elezione che resterà nella storia.
Dal voto allo scrutinio
Si vota oggi (dalle 7 alle 23) e domani (dalle 7 alle 15). Lo scrutinio delle schede inizierà dal referendum, subito dopo la chiusura dei seggi. Mentre invece lo spoglio delle comunali comincerà martedì alle ore 14.
Oltre il quesito
Il testo del quesito (scheda azzurra) è il seguente: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari", approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019?». È il referendum che taglia 345 seggi parlamentari: 230 alla Camera e 115 al Senato. La legge sul taglio dei parlamentari è stata approvata in ultima lettura dalla Camera l'8 ottobre 2019 con 553 voti a favore, 14 no e 2 astenuti. Prevede la riduzione del numero dei deputati (da 630 a 400) e dei senatori (da 315 a 200). In pratica viene data una sforbiciata ai seggi pari al 36,5 per cento degli attuali.
I posti per i candidati all'estero scendono da 18 a 12, i senatori a vita potranno essere al massimo 5. La soglia minima di senatori per ciascuna regione si abbassa da 7 a 3. La riforma entrerebbe in vigore dalle prossime elezioni politiche. La legge costituzionale è soggetta a referendum perché in una delle due ultime letture (quella al Senato) non è stata approvata con la necessaria maggioranza dei due terzi dei componenti. Settantuno senatori hanno chiesto e ottenuto il referendum. Referendum che non prevede un quorum di partecipanti per essere valido. Con il taglio di 345 parlamentari l'Italia diventerebbe il Paese fanalino di coda in Europa per quanto riguarda il rapporto tra numero di cittadini e deputati. Il dato emerge da un dossier di Camera e Senato datato 19 agosto. Lo studio prende in considerazione Montecitorio. Secondo un'elaborazione del 2018, l'Italia contava su un deputato ogni 96.006 abitanti. Vale a dire un deputato ogni 100.000 abitanti. Con il taglio si arriverà ad un deputato ogni 151.210 abitanti, per un rapporto di 0,7 ogni centomila abitanti. I padri costituenti ne avevano previsto uno ogni 80.000 abitanti. Per fare dei raffronti, si va dallo 0,8 della Spagna allo 0,9 di Francia, Germania e Paesi Bassi, al 2,2 del Portogallo. Poi anche il 3,4 della Svezia, fino al 10 del Lussemburgo e al 14,3 di Malta.
Le regole per il Covid
Il voto ai tempi del Coronavirus prevede una serie di novità. L'elettore troverà, all'ingresso e in ogni seggio, il gel per igienizzare le mani. Un'operazione che andrà effettuata tre volte. Intanto all'entrata. Poi prima di ricevere la scheda. Infine, quando si lascerà il seggio. Le matite dovranno essere sanificate al termine di ogni singola operazione di voto. È prevista anche la periodica sanificazione di tavoli, cabine elettorali e servizi igienici. I seggi devono garantire il distanziamento non inferiore a un metro tra i componenti dei seggi e gli elettori. Distanza che dovrà aumentare fino a due metri quando verrà chiesto di togliere la mascherina. Questo perché sarà importante procedere all'identificazione dell'elettore. Dopo il voto sarà lo stesso elettore ad infilare la scheda nell'urna. La temperatura non sarà misurata all'ingresso del seggio, questa responsabilità è affidata al singolo cittadino. Naturalmente la raccomandazione è quella di non andare al seggio con la febbre oltre 37,5 gradi o con sintomi da Coronavirus. Fondamentale evitare gli assembramenti: il che vuol dire che l'accesso al seggio sarà contingentato. E laddove sarà possibile verranno allestite delle aree di attesa esterne. Saranno segnalati percorsi, dedicati e distinti, sia di ingresso che di uscita.
Nessun votante in quarantena
In provincia di Frosinone nessuno voterà dalla sorveglianza domiciliare nella quale si trova perché positivo al Covid. O dall'isolamento fiduciario perché negativo e facente parte di link. In Ciociaria ci sono in questo momento 179 persone positive in isolamento e meno di 300 negative. Il fatto è che per esercitare il diritto di voto bisognava aver inviato, anche in via telematica, la richiesta al Sindaco. Corredata da un certificato della Asl. Il punto è che non sono stati richiesti certificati all'Azienda Sanitaria Locale.
I forfait ai seggi
A Frosinone sono stati sostituiti 20 presidenti di seggio su 48 e una decina di scrutatori. A Ceccano avvicendati 3 presidenti di seggio, a Ferentino 2 (su 20), a Sora 9 (su 25), a Cassino 2 (su 33), a Veroli 4 (su 19). Ad Anagni 2, ad Alatri nessuno. In molti casi decisivi i difetti di notifica.