Degrado sociale e ambientale, episodi malavitosi quotidiani che vedono protagonisti numerosi immigrati e paura fra i residenti. La poco edificante situazione del quartiere Scalo nel Capoluogo viene sintetizzata così dal circolo territoriale "Paolo Di Nella" di Fratelli d'Italia.
Un'area ormai ad alto rischio in qualsiasi ora del giorno, per la quale urgono misure drastiche prima che si trasformi definitivamente in "terra di nessuno".

I portavoce del circolo frusinate di FdI, Giuseppe Vittigli e Giuseppe Cosimato, descrivono un quadro desolante: «Come tutti ben sappiamo - affermano i due esponenti del partito di Giorgia Meloni - le condizioni di vita degli abitanti del quartiere Scalo, già disagiate in passato a causa della malavita locale, sono oggi rese ulteriormente difficili dalla presenza massiccia di extracomunitari che, da diverso tempo, hanno letteralmente occupato l'intera area dei giardinetti pubblici, trasformandola da luogo di svago e ristoro per i residenti, a spazio riservato allo spaccio a cielo aperto, come abbiamo più volte denunciato.
Con il passare del tempo, la situazione è ulteriormente peggiorata. Infatti, è notizia recente che i residenti non possano neppure circolare liberamente nel quartiere.
Gruppi di extracomunitari, spesso ubriachi o sotto l'effetto di stupefacenti, sostano e bivaccano sulla passerella pedonale del ponte di via Verdi, impedendo il passaggio delle persone che sono costrette a cambiare strada per evitare di essere importunate o, nella peggiore delle ipotesi aggredite. Ma così facendo rischiano di essere investite e mettono comunque in pericolo la propria incolumità».

Purtroppo, l'elenco delle brutture del quartiere non finisce qui. Il circolo "Di Nella" segnala che sotto la citata passerella, le sponde del fiume sono invase da lattine, bottiglie di birra e rifiuti vari che stanno causando un grave danno anche all'ambiente.
«Tutto questo è assolutamente inaccettabile  - tuona Fratelli d'Italia - Il tema dell'accoglienza dei rifugiati, dei profughi e dei richiedenti asilo è sempre un argomento delicato e di scottante attualità.
Oggi ancora di più, dopo che la pandemia ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere.
Agli italiani, infatti, vengono richiesti grandi sacrifici, limitazioni enormi, ben oltre i limiti stabiliti dalla nostra Costituzione, che vengono sopportati sempre con maggiore fastidio da una popolazione avvilita e stanca.
A fronte di tale situazione è altrettanto "fastidioso" osservare come, in nome di una falsa e strampalata accoglienza, che invece rappresenta un business per cooperative sociali e associazioni legate al mondo cattolico, non ci siano limiti per questi immigrati.

Sarebbe anche opportuno  - sottolinea il circolo di Fdi - soffermarsi sui bilanci di tali cooperative e associazioni, per comprendere come siano soltanto interessate al guadagno, senza minimamente preoccuparsi dei problemi collegati alle loro attività.
Normalmente questi migranti o sedicenti tali, vivono in una situazione di degrado fisico e morale, e costituiscono un'emergenza sanitaria impressionate, viste le ultime notizie. Inoltre, rappresentano un grave problema di ordine pubblico e di sicurezza per tutti i cittadini. Quanto accade a Frosinone, nei pressi della stazione ferroviaria è emblematico».

L'analisi tracciata dal circolo "Paolo Di Nella" si conclude con alcune proposte e soluzioni: «Se la stazione ferroviaria e la sua zona circostante sono il biglietto da visita di una città, Frosinone non ha di che dolersi per questa situazione di assoluto abbandono.
Chiediamo, pertanto, una maggiore presenza delle forze dell'ordine in tutto il quartiere. Riteniamo che pattugliamenti più frequenti e la presenza fissa di una volante della Polizia nei punti più critici, possa essere una valida soluzione, qualcosa di concreto che consenta ai residenti di vivere più serenamente e non li faccia sentire abbandonati».

Infatti, la convinzione di FdI è che «soltanto se cesserà il malaffare degli accessi indiscriminati e verranno garantite la sicurezza dei cittadini e la vivibilità dei quartieri, saranno realmente possibili l'accoglienza e l'integrazione».