Domenico Fagiolo è il terzo consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Frosinone. L'ingresso dell'ex capogruppo leghista nella forza politica guidata da Giorgia Meloni, un «ritorno a casa» come lo ha definito lo stesso Fagiolo, è stato ufficializzato ieri pomeriggio con una conferenza stampa, organizzata da FdI nel verde del Parco del Matusa.

Al tavolo dei relatori, insieme al nuovo esponente, erano seduti i vertici provinciali del partito: il portavoce cittadino Giuseppe Vittigli, il presidente provinciale Paolo Pulciani, il senatore Massimo Ruspandini, il presidente provinciale di Gioventù Nazionale, Daniele Massa.

La presentazione è stata introdotta da Vittigli che ha parlato del «lungo corteggiamento» grazie al quale è riuscito a portare l'amico Domenico nelle fila di Fratelli d'Italia. «Abbiamo oggi al Comune un gruppo forte di tre consiglieri e un assessore  - ha rimarcato il portavoce - Puntiamo a diventare il primo partito a Frosinone.
Questa squadra ci dà ottime possibilità per il futuro».

Anche Paolo Pulciani ha parlato di FdI «in fase di espansione e crescita non solo nel capoluogo, ma in tutta la provincia. L'arrivo di Fagiolo da un partito alleato e la sua adesione spontanea al programma di FdI confermano la volontà di sentirsi parte di un gruppo in cui le persone vengono valorizzate, dopo la deludente esperienza personale nella Lega. Da noi  - ha chiosato il presidente provinciale - gli uomini, la loro militanza, le idee vengono difese dai leader nazionali e locali, senza stravolgere quello che hanno fatto sul territorio».

Spunti ripresi dal senatore Ruspandini, che dopo avere rinnovato il benvenuto all'amico Mimmo Fagiolo, ha sottolineato «la sua capacità di aggregazione, il suo coraggio di dire cose scomode in una città dove, a livello politico, troppo spesso si preferisce parlare alle spalle». Quindi, il parlamentare ceccanese ha previsto uno spostamento a destra dell'asse del centrodestra: «FdI può diventare il primo partito a Frosinone e non solo. È una sfida che ci entusiasma, anche perchè ogni giorno tanti cittadini mostrano attenzione e interesse per le proposte di Fratelli d'Italia. L'ingresso di Mimmo Fagiolo non è il risultato di una campagna acquisti, come quella a cui ci hanno abituato altre forze politiche.
È l'inizio di un progetto di rilancio del capoluogo che ha in FdI il suo perno centrale».

Progetto di cui l'ex capogruppo della Lega si sente già parte.«Grazie a tutti e a Peppe (Vittigli, ndr) che ha accelerato il mio ritorno a casa», ha esordito Fagiolo.
«Non rinnego nulla del mio passato, neppure di avere ritenuto all'epoca l'Amministrazione Marzi la migliore per Frosinone. L'ingresso in Fratelli d'Italia  - ha spiegato - è stato molto semplice. Ormai il radicamento della Lega sul territorio è fatto soprattutto dagli slogan, non dal contatto con la gente. Il mio impegno con il partito di Salvini è stato totale, ma evidentemente qualcuno non lo ha apprezzato. Ma oggi, entro in FdI per dare un contributo al suo progetto di crescita, con la speranza di raccogliere i risultati nella prossima tornata elettorale».

Inevitabile, per il neo-rappresentante di Fratelli d'Italia, il confronto con il suo recente passato. «Nella Lega ho ancora diversi amici, alcuni rappresentanti li stimo, altri li disistimo. Al Comune di Frosinone garantirò comunque il mio sostegno all'Amministrazione Ottaviani». Alla fine del suo intervento, comunque, Mimmo Fagiolo ha voluto togliersi qualche sassolino puntando il dito su uno "scivolamento" del suo ex partito verso il centro, nel Capoluogo e in provincia. «Per essere informato sull'attività politica della Lega a Frosinone dovevo aspettare le riunioni di maggioranza.
A livello regionale è impensabile avere un consigliere della nostra provincia e non sapere che cosa accade alla Pisana. Nonostante questo, quando è stato creato l'esecutivo provinciale del partito non ho obiettato nulla sulla presenza di Ottaviani per il Nord e Ciacciarelli per il Sud, che tra l'altro non si sono mai amati. Intanto, però, sul territorio continuano ad andare avanti con gli slogan, mentre il sindaco si comporta come il Marchese del Grillo. Un modo di fare che non mi è mai piaciuto».