Il tempo è relativo, anche in politica. Soprattutto se parliamo del prossimo candidato sindaco del centrodestra. Insomma, del dopo Ottaviani.
Alle comunali mancano due anni esatti, ma la domanda è: basteranno per trovare una soluzione che non spacchi la coalizione che l'attuale primo cittadino tiene insieme da sette anni? Parafrasando Lucio Battisti, lo scopriremo solo vivendo.
Ma intanto le ultime vicende politiche interne alla maggioranza hanno cambiato il quadro. In settimana c'è stata la rivoluzione nel gruppo della Lega: strappo e addio del capogruppo Domenico Fagiolo, entrate di Danilo Magliocchetti (proveniente dal Misto dopo una lunga esperienza in Forza Italia e una breve parentesi in Cambiamo) e Andrea Campioni (della Lista Ottaviani e già consigliere provinciale della Lega).
Ma in particolare è emersa la sostanza politica: Nicola Ottaviani ha preso in mano il partito a Frosinone e sul piano provinciale fa parte della squadra di lavoro che lo riorganizzerà.
Non c'è bisogno di un mago per capire che il sindaco punta ad una candidatura importante, alla Camera, al Senato o alla Regione. Salvo colpi di scena,però, per queste competizioni si voterà nel 2023.
Mentre le comunali sono in programma nel 2022.
La domanda che tanti in maggioranza si stanno facendo è una sola: cosa farà Ottaviani? Lavorerà per una lista forte della Lega oppure andrà avanti anche con la determinazione di mettere in campo una o due liste civiche? La bussola del sindaco è rappresentata dalle primarie per la scelta del candidato, ma cosa succederebbe se poi le logiche regionali dovessero essere diverse? Tipo: a Latina il candidato lo esprime la Lega e a Frosinone Fratelli d'Italia o Forza Italia.
O viceversa. Il fatto è che oggi il centrodestra cittadino ha questa impostazione per quanto riguarda i partiti: 5 consiglieri la Lega, 2 Fratelli d'Italia, 2 Forza Italia.
Poi ci sono le liste civiche: 5 consiglieri il Polo Civico, 3 la Lista per Frosinone, 2 la Lista Ottaviani. Insomma, 9 esponenti i partiti, 10 le civiche. C'è poi lo stesso sindaco, in quota Lega.
Mentre bisognerà vedere se Domenico Fagiolo (Gruppo Misto) farà ancora parte della maggioranza.
La fisionomia dell'esecutivo è completamente sganciata dall'assetto consiliare. In Giunta ci sono 2 assessori della Lista Ottaviani (Massimiliano Tagliaferri e Valentina Sementilli), 2 del Polo Civico (Fabio Tagliaferri e Francesca Chiappini), 1 di Forza Italia (Cinzia Fabrizi), 1 di Fratelli d'Italia (Pasquale Cirillo), 1 della Lega (Rossella Testa). Poi ci sono il vicesindaco Antonio Scaccia (Lista per Frosinone) e Riccardo Mastrangeli (tecnico). Complicato pensare ad un rimpasto: in questi anni Ottaviani è intervenuto minimamente sulla giunta. Difficile immaginare che lo faccia ora. Il punto vero, però, è rappresentato dai tanti "papabili" alla candidatura: Adriano Piacentini, Riccardo Mastrangeli, Fabio Tagliaferri, Massimiliano Tagliaferri, Danilo Magliocchetti, Carlo Gagliardi, Antonio Scaccia.
Senza considerare il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli. E da qualche giorno circola insistentemente anche il nome dell'ex presidente del consiglio comunale Franco Lunghi. Tutti molto determinati.
Ma pure in vista delle primarie una "scrematura" è necessaria, altrimenti sarà comunque impossibile trovare una sintesi. Un'idea potrebbe essere quella che i diversi "pretendenti" provino a trovare una soluzione fra loro, evitando di coinvolgere il sindaco in questa scelta. È evidente a tutti che Ottaviani non può fare "endorsement". Da qui la via maestra delle primarie, che però non convince tutti.
Inoltre, non mancano i mal di pancia. Carlo Gagliardi è rimasto nella Lega, ma è su posizioni opposte a quelle di Ottaviani. In realtà due anni sono perfino pochi per trovare una sintesi che vada bene a tutti. Anche perché davvero bisognerà vedere quali saranno gli spazi di gestibilità politica che i partiti vorranno giocarsi.
E adesso bisogna fare i conti con il fatto che Nicola Ottaviani è un importante dirigente della Lega.
Tra i suoi fedelissimi ci sono soprattutto il presidente del consiglio comunale Adriano Piacentini (uno dei tre commissari provinciali di Forza Italia) e Riccardo Mastrangeli, tecnico esterno, responsabile del bilancio.
Entrambi decisivi nello scacchiere cittadino,entrambi intenzionati comunque a giocarsi le loro carte.
Fedelissimo del sindaco è anche Massimiliano Tagliaferri, assessore all'ambiente e ai servizi sociali.
È rimasto nella civica del primo cittadino anche per dare un segnale. Fabio Tagliaferri, assessore ai lavori pubblici, parteciperà da protagonista alla partita delle primarie.
Non fanno mistero delle loro ambizioni Danilo Magliocchetti e Carlo Gagliardi, entrambi nella Lega.
Poi c'è il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli, il quale non sembra intenzionato a recitare la parte del gregario. Ecco perché in realtà la lunga volata per la candidatura a sindaco del centrodestra è già iniziata.
E nella coalizione esiste la piena consapevolezza che la prossima volta le elezioni si decideranno al ballottaggio. Il che se da un lato concede la possibilità di poter "sopportare" qualche defezione al primo turno, dall'altro rende necessario non dividere troppo una coalizione che non avrà più il "collante" di Ottaviani.
Specialmente se il centrosinistra dovesse schierare un candidato sindaco molto "trasversale" come Mauro Vicano.
Nel 2017 Ottaviani costruì la conferma a valanga al primo turno sulla base di una coalizione molto ampia e monopolizzata dalle "civiche", che elessero 16 dei 21 consiglieri. Lasciando le briciole (5 esponenti) ai partiti.
Inoltre, tre anni fa il Carroccio non era rappresentato in consiglio. Adesso è tutto mutato, a cominciare dai rapporti di forza. Inoltre c'è il fatto, niente affatto secondario, che Nicola Ottaviani sta sostanzialmente scalando la Lega. La velocità con la quale ha favorito l'adesione di Andrea Campioni al gruppo del Carroccio, qualche ora dopo l'uscita di Domenico Fagiolo, è indicativa. Le primarie rimangono la stella polare, ma se dovessero subentrare delle logiche politiche collegate alle dinamiche dei partiti, allora è facile ipotizzare che Fratelli d'Italia e Forza Italia vorranno dire la loro.
Non lasciando campo libero soltanto alla Lega.