«La semplificazione della Pubblica Amministrazione è da sempre la nostra priorità. Adesso, nel documento redatto dalla task force di Vittorio Colao c'è un capitolo a parte su questo specifico tema. Insomma, è una grande possibilità». Giovanni Turriziani, presidente di Unindustria Frosinone, non ha dubbi. E naturalmente il pensiero va al Sito di interesse nazionale, la "madre di tutte le battaglie" per il rilancio della provincia di Frosinone. Lo abbiamo intervistato.

Allora Turriziani, si riparte dal Piano Colao?
«In quel documento c'è un apposito capitolo che si occupa della semplificazione della Pubblica Amministrazione. Specialmente con riferimento agli strumenti complessi. Si ampliano opportunità come l'autocertificazione e il silenzio-assenso. Faccio un esempio concreto: pensiamo ad una conferenza dei servizi e ai pareri non resi dalle autorità competenti. Il Piano Colao prevede che scatta il silenzio-assenso dopo trenta giorni dalla mancata risposta. Sarebbe una rivoluzione».
Ma lo adotteranno?
«Magari lo facessero. Teniamo presente che i tempi attuali arrivano fino a quattro anni per richieste del genere. E poi magari le risposte neppure ci sono».
Ovviamente lei sta pensando al Sin, al Sito di interesse nazionale.
«Beh, sì. Intanto voglio complimentarmi con il senatore Massimo Ruspandini, che ha saputo rappresentare in Parlamento i tanti problemi del Sin, specialmente con riferimento alle lungaggini burocratiche che ostacolano le sviluppo di queste aree. Anche con riferimento alle bonifiche dei territori. Ha fatto bene perché davvero la bonifica del Sin Valle del Sacco è un tema che deve diventare centrale nel dibattito e nelle dinamiche di questa provincia».

Lei più volte è intervenuto sulle problematiche del Sin. Cosa c'è che frena l'attuazione?
«Intanto l'inserimento anomalo di terreni industriali all'interno del Sito di interesse nazionale. Con criteri che non si sono capiti. Uno in particolare: il principio dell'inquinamento potenziale. Per non parlare del fatto che, a distanza di pochi metri, un terreno non è inserito nel Sin se ricade in un certo Comune, mentre lo è se "mappato" altrove. Insomma, francamente non c'è criterio».
E cosa si dovrebbe fare secondo lei?
«Non si deve aver paura di correggere gli errori. Questa è la premessa. Allora, intanto si deve procedere con la riperimetrazione. In secondo luogo è assolutamente necessario semplificare le operazioni di bonifica. E qui voglio chiarire: semplificare non vuol dire non fare la bonifica. Oppure nascondere il problema. Semplificare vuol dire... semplificare. Oggi un'azienda che intende fare un ampliamento impiega almeno un anno soltanto per avanzare le proposte. E il passaggio obbligato è quello di presentare il cosiddetto Piano di caratterizzazione, che poi va presentato e analizzato anche in sede di conferenza dei servizi. Con tutti i problemi che conosciamo. Ma attenzione: sono gli stessi problemi che incontra un agricoltore che deve ristrutturare un podere. Perché poi alla fine il cosiddetto Piano di caratterizzazione va presentato al Ministero. Alla fine però il punto è che siamo tutti "vittime" delle lungaggini burocratiche. Vengono lesi dei diritti, quelli alla ristrutturazione e al miglioramento delle situazioni e delle aree. Con il Piano Colao può cambiare tutto: la perimetrazione in trenta giorni, attraverso la formula del silenzio-assenso. Ma più in generale il fatto è che non si può pensare di affrontare con lo strumento della legge ordinaria situazioni straordinarie. Se prendiamo atto di questo, allora il passo avanti è fondamentale».

Peraltro parliamo di un Sin che si sovrappone ad un'area di crisi.
«Esattamente. Un'area di crisi complessa, all'interno della Valle del Sacco, la cui bonifica rappresenterebbe, da sola, il primo passo fondamentale per il rilancio di questo territorio».
Nel recente passato vi siete rivolti direttamente al presidente del consiglio Giuseppe Conte. Peraltro attraverso un documento congiunto, sottoscritto anche dalle forze sindacali. Avete ricevuto risposte?
«Sì. Tra le proposte c'era quella di adeguare il perimetro del Sin tenendo conto, in fase di riperimetrazione, esclusivamente delle cause e dei contaminanti che portarono allo stato di emergenza ambientale dell'area ed attenendosi ai principi ed ai criteri direttivi stabiliti dalla normativa nazionale. Istituendo una cabina di regia necessaria a garantire il coordinamento degli interventi di bonifica e degli investimenti finalizzati al rilancio economico ed ambientale del territorio.

Ma soprattutto, in quel documento, abbiamo sottolineato l'esigenza della bonifica con quella della crescita economica dei territori. Ora il Piano Colao va in quella direzione, con la formula del silenzio-assenso. Noi chiedevamo di rendere perentori e inderogabili tutti i termini per il rilascio di pareri o nulla osta da parte delle Amministrazioni. Il patto con i sindacati andava già nella direzione della semplificazione. Oggi più che mai siamo in una situazione di emergenza e quindi c'è bisogno di bypassare determinate problematiche».
Ritiene che il codice degli appalti vada cambiato?
«Come si dice: l'ottimo è nemico del bene. Ritengo che il codice degli appalti vada migliorato. La politica non deve aver paura di correggersi in corsa. E di correggere in corsa. Perché non significa che è tutto sbagliato. Il codice degli appalti va riadattato alla realtà».