Ore frenetiche per la politica sorana. E per la stessa amministrazione del sindaco Roberto De Donatis. La clamorosa frattura con Massimiliano Bruni, al quale il primo cittadino ha tolto la delega ai lavori pubblici, ha avuto l'effetto di un terremoto che scuote i già fragili equilibri su cui si regge la striminzita maggioranza consiliare.

E con essa la guida della città in piena emergenza Covid-19, quando a un'amministrazione è richiesto di concentrarsi al massimo sulle cose da fare, quelle concrete, in aiuto delle famiglie in difficoltà, delle imprese del territorio, dei commercianti e dei professionisti che ancora non riescono a ripartire.

Come accade un attimo dopo la scossa, per un po' il silenzio prevale, giusto il tempo necessario per rendersi conto dei danni fatti e subiti. Tacciono per ora i diretti interessati e le fonti ufficiali. Il sindaco resta a quanto ha detto ieri: una questione di fiducia personale, nessun risvolto politico, FdI non c'entra.

Ma il partito della Meloni è in subbuglio. Al momento Bruni non commenta. Si riserva di farlo dopo essersi confrontato con il suo partito. Chi gli sta vicino in questo difficile frangente riferisce che è molto contrariato. Tuttavia non vuole essere additato come il fautore della caduta dell'amministrazione in questo particolare momento. Della vicenda sono stati subito informati il circolo cittadino e i vertici provinciali di FdI oltre che il senatore Massimo Ruspandini.

Il gruppo di Fratelli d'Italia è determinante per la maggioranza di De Donatis dopo la recente uscita dalla compagine di Augusto Vinciguerra, passato all'opposizione. Lo compongono il presidente del consiglio comunale Antonio Lecce e la consigliera Simona Castagna. Lo strappo con Bruni potrebbe far franare tutto e seppellire anzitempo la variegata "piattaforma civica" che portò alla vittoria il sindaco nel 2016.

Una coalizione con un cammino complicato e un destino incerto in vista delle elezioni comunali del prossimo anno. Ha già perso per strada due assessori (Stefano Lucarelli e Silvia Ucciero) e tre consiglieri (Antonio Farina, Serena Petricca e Augusto Vinciguerra).

Anche le strategie politiche per presentarsi agli elettori nel 2021 hanno il loro peso in questa "quasi crisi". Quasi perché la diplomazia è al lavoro. In queste ore si susseguono i contatti, messaggi e telefonate a ripetizione per stabilire come muoversi, se procedere in direzione della crisi oppure se si può ricucire lo strappo. Il partito della Meloni potrebbe riunirsi lunedì per esaminare il caso, ma non è escluso che la decisione, in un senso o nell'altro, venga anticipata a nel weekend.