Guglielmo Mollicone su Rai Uno per dire di no all'archiviazione del caso. Ampio spazio al giallo di Arce nella trasmissione "La vita in diretta" andata in onda lunedì pomeriggio. Il rotocalco condotto da Marco Liorni ha dedicato quasi mezzora all'omicidio di Serena Mollicone per cercare di capire cosa accadrà il prossimo 7 gennaio. In questa data, infatti, è fissata l'udienza del Gip del tribunale di Cassino che dovrà esprimersi sull'istanza di opposizione all'archiviazione del caso avanzata dai legali della famiglia Mollicone. «Dai giudici - ha detto in trasmissione il maestro Mollicone - mi aspetto che siano giusti. Non è un favore che fanno a me o a Serena, è la giustizia che non può arrendersi di fronte a certe evidenze». Due ampi servizi hanno ricostruito il profilo di Serena e quei drammatici giorni della misteriosa scomparsa e del macabro ritrovamento tra le sterpaglie del boschetto dell'Anitrella, con mani e i piedi legati e la testa infilata in un sacchetto di plastica. Guglielmo, incalzato dal conduttore, ha nuovamente ribadito la sua idea di verità che, nonostante i proscioglimenti degli indagati, ruota sempre attorno alle persone che in quel tempo frequentavano la caserma dei carabinieri di Arce. «Serena - ha detto - voleva denunciare lo spaccio di droga che in quegli anni avveniva in paese. Quel primo giugno probabilmente era andata incaserma proprio per fare questo. Il brigadiere Santino Tuzi - prosegue nel racconto papà Guglielmo - l'ha fatta entrare epoisuinvito diqualcuno l'ha fatta salire nell'abitazione del maresciallo senza più vederla riscendere. In quella casa deve esserci stata una discussione e poi un incidente. Ma invece di soccorrerla o di chiamare me, hanno pensato di poter mettere su questa messa inscena cheha condannato Serena a morire soffocata in un sacchetto di plastica».