I Comitati di Possibile Pier Paolo Pasolini e Altiero Spinelli bocciano l'esito del tavolo convocato oggi dal ministro Galletti, giudicato insufficiente rispetto alla gravità del problema: "Davvero troppo poco. Intanto non è possibile che la gestione della questione delle PM10 e PM2.5 sia in mano ai comuni. C’è bisogno di un quadro regionale e ancora di più di uno nazionale. L’idea di promuovere la responsabilità individuale è debolissima e fallimentare.

Nella nostra provincia dovunque ci sia un agglomerato urbano significativo ed un centralina c’è una emergenza: Frosinone, Ceccano, Cassino…non è questione di orografia (rispetto a Frosinone lo dimostrano i dati di Cassino), di aria che non circola e amenità autoassolutorie varie. In questa realtà strutturale e strutturata, perché è già sbagliato parlare di emergenza perché il problema c’è da anni, il contributo dei comuni è fondamentale, ma ogni comune è soltanto la tessera di un mosaico più ampio. Che senso ha, per esempio, intraprendere iniziative a Frosinone se poi non si fa nulla a Ceccano, perché attivarsi a Patrica se poi, sempre per esempio, a Morolo o a Ferentino non succede niente. In questo senso ,intanto, deve essere un organismo sovraordinato ai comuni che prende in mano la situazione e detta regole e prescrizioni.

Tuttavia ogni tessera di questo mosaico è ora che inizi a lavorare. Con politiche di breve e medio termine. Sin da adesso si deve iniziare a lavorare per l’inverno 2016/2017. Alcuni utili elementi sono stati portati ieri dalle riflessioni di Sinistra Italiana. Altri ci permettiamo di suggerirli noi. Sul riscaldamento domestico si sente parlare di controllo delle caldaie. Chi le fa? Quando? Chi copre i costi? Sulla logistica delle merci in città non si può fare nulla? Non crediamo. Sui processi industriali è tutto a posto? Per esempio, oltre il ponte dell’autostrada? E nella zona industriale in generale? Quanto c’è di deresponsabilizzazione da parte della amministrazione Ottaviani nel delegare alla magistratura azioni attraverso una denuncia? E perché fino ad ora non si è fatto nulla? Le strade sono lavate abbastanza? Riconfigurare completamente la politica di trasporto pubblico oggi appannaggio sostanzialmente esclusivo di studenti, migranti e anziani è una idea allo studio della amministrazione Ottaviani? Si può attingere ad altre risorse? E’ il caso di iniziare a dare qualche segnale: iniziare ad installare colonnine per la ricarica di macchine elettriche, riattivare e semplificare l’iter di utilizzo del bike sharing. La materia è così complessa che un singolo blocco del traffico finto, con veicoli di tutti i generi in circolazione, bus del cotral compresi (certamente nessuno tra comune e Consorzio si sarà curato di concordare altri itinerari in caso di emergenza ambientale), senza nessuno che controlli e sanzioni rischia di diventare un alibi per mantenere lo “status quo”. Iniziamo a pensare da ora ai dati del Natale 2016".

Guardando avanti, perché prima o poi bisognerà smettere di rincorrere questa “emergenza” ed iniziare a spezzare questa schiavitù da polveri sottili, in Nord Europa si sta programmando un futuro senza auto nei centri urbani, a partire dal 2030 o 2050. Non è il caso di iniziare a considerare l’idea di una metro leggera frequente e costante, elettrica anche su gomma, che nel tratto Via Marittima-Via Aldo Moro colleghi la Stazione con il Grattacielo? Qui non si può più scherzare, a queste cose dobbiamo mettere mano e siccome i cambiamenti debbono essere radicali, si deve progettare e programmare. Come dice Alberto Bellini, Associazione Comuni Virtuosi, “si devono pensare strumenti per una transizione, economica, sociale e ambientale, per evitare impatti sulle case automobilistiche – ovvero sull’occupazione – e sui bilanci delle famiglie che hanno acquistato mezzi privati. Una transizione trasparente ed equilibrata è uno strumento per superare il circolo vizioso: lavoro, produzione, inquinamento”.

I dati ormai parlano chiaro. Sul che fare è chiaro che spetta al Governo decidere quali obiettivi strategici fissare per il prossimo futuro. E con quali risorse, perché i comuni sono alla canna del gas. Una volta chiare le risorse i Sindaci e i cittadini attueranno gli obiettivi nelle proprie città gestendo il cambiamento in base alle caratteristiche locali.