Lo scorso 11 novembre la Cassazione ha confermato la confisca dei beni di proprietà di Luigi Terenzio, lâimprenditore di Cassino accusato di essere contiguo ad alcuni esponenti della camorra. Più o meno negli stessi giorni i carabinieri della Compagnia di Frosinone hanno notificato il decreto di confisca di due ville e altri beni nei confronti di alcuni membri della famiglia di etnia rom Di Silvio. Ad aprile, ancora, lo Stato ha acquisito in via definitiva il tesoro dellâex boss della Banda della Magliana, Ernesto Diotallevi, del quale faceva parte anche un hotel di Fiuggi. Lâanno che sta per volgere al termine, anche in Ciociaria, ha registrato provvedimenti importanti nellâattacco ai patrimoni della criminalità organizzata. Lotta che però sconta non pochi paradossi. Mentre infatti lâattività giudiziaria cresce sia sotto il profilo della quantità che della qualità , la gestione dei beni confiscati da parte dellâAgenzia nazionale (Anbsc) continua a mostrare notevoli ritardi e difficoltà .
Un problema generale che è stato evidenziato anche nellâultima relazione del Ministero dove si legge: «Lâandamento degli ultimi cinque anni evidenzia come lâassegnazione dei beni destinati dipenda da fattori esterni al sistema giudiziario. Mentre infatti tribunali, corti di appello e cassazione svolgono in maniera solerte il loro lavoro, come dimostra lâandamento dei beni confiscati, la fase successiva, di competenza dellâAgenzia nazionale per i Beni confiscati, rimane troppo soggetta a elementi, come la carenza di personale disponibile o i cambiamenti dirigenziali, che la rendono imprevedibile». Per quanto riguarda la provincia di Frosinone, lâunico decreto di destinazione di cui si ha traccia nella banca dati dellâAnbsc è quello riguardante un immobile di Fiuggi. Ma la trasparenza non è il punto forte dellâAgenzia.
Per conoscere quanti sono i beni confiscati in Ciociaria è inutile consultare il sito dellâAnbsc (dove le informazioni sono assenti o datate), ma è necessario visitare le mappe di âConfisca Beneâ, un progetto di open data che fornisce un quadro completo e aggiornato (al giugno scorso) grazie ai dati ottenuti direttamente dallâAnbsc e dagli enti competenti. Consultando le mappe - suddivise per regioni, province e comuni - si ha la mappa completa dei beni distinti per categoria. Ebbene in provincia di Frosinone i beni confiscati sono 67. Di questi 58 sono immobili (appartamenti, ville, fabbricati, capannoni), compresi 20 terreni. Le aziende invece sono 9. I comuni che contano il maggior numero di beni sono Anagni (14), Fiuggi (9), Piedimonte San Germano (7), Cassino (6). A seguire Acuto, Guarcino, Piglio, Monte San Giovanni Campano e Castro dei Volsci.
La questione delle confische, in particolare quella relativa al riutilizzo per fini sociali, nella primavera dello scorso anno, era stata portata allâattenzione dellâopinione pubblica e delle istituzioni grazie al meticoloso dossier realizzato dal coordinamento provinciale di Frosinone di Libera. Un lavoro che aveva spinto il Prefetto a inviare una nota allâAgenzia del Demanio per conoscere lâesatta consistenza degli immobili. Chiarimenti necessari per portare avanti il lavoro dei nuclei di supporto che si occupano dellâassegnazione dei beni. Da allora non si è avuta più notizia del procedimento.