Tre ore per l’autopsia sul corpo di Graziano Bruognolo. Tanto è servito al medico legale De Giorgio ad eseguire l’esame che ha purtroppo confermato ciò che già era evidente: quel colpo, quell’unico colpo è stato fatale. Graziano non ha avuto scampo. Il trauma provocato dall’esplosione della calibro 22 impugnata per colpire prima Annachiara e poi farla finita non ha consentito alcun soccorso. E tra 60 giorni saranno resi noti i risultati dell’esame tossicologico e di tutti gli accertamenti eseguiti.

Graziano (la cui famiglia è rappresentata dall’avvocato Buongiovanni) non ha avuto tentennamenti. La sua affannosa ricerca dell’arma - prima con la richiesta il 9 novembre di un porto d’armi per uso sportivo, negata per questioni tecniche dalla polizia - era solo un passaggio (necessario) per arrivare al risultato: sistemare le cose. E in poco più di un mese la pistola è arrivata.

Un dettaglio di non poco conto, soprattutto per i carabinieri della Compagnia di Pontecorvo - agli ordini del maggiore Imbratta e del tenente De Lisa - che coordinati dalla dottoressa Siravo stanno scavando. Stanno cercando di capire nell’ultimo difficile mese della sua vita Graziano con chi si sia confrontato, magari con chi si sia confidato. E chi, soprattutto, possa averlo aiutato a reperire quella maledetta calibro 22 illegale su cui ora si concentrano tutte le attenzioni.

L’autorità giudiziaria deve ora valutare se inviare l’arma al Ris per gli approfondimenti del caso. Per capire dove ad esempio quell’automatica sia stata rubata per essere poi piazzata sul mercato nero.

Il turbamento

Nella sua giornata, fatta di impegni e di duro lavoro, forse Graziano pensava a una cosa sola. A come incontrarla, a come chiarire la situazione. Ma sapeva anche che quelle attenzioni avrebbero potuto infastidirla. Tanto che, secondo indiscrezioni, negli ultimi tempi si sarebbe rivolto anche ad un avvocato per un consiglio, per sapere se cercandola ancora avrebbe potuto inasprire gli animi.

Nel tempo, però, tutto era cambiato. Anche il suo ultimo pensiero prima di addormentarsi e il primo al mattino presto, prima di andare a lavoro, era diverso. Un dolore che si era incancrenito a tal punto da non lasciare spazio a null’altro, a nessuna delle sue tante e sane passioni. In quei trenta giorni dalla richiesta del porto d’armi fino al consumarsi della terribile tragedia che ha sconvolto tutti Graziano non avrà avuto che quell’unico pulsante desiderio.

E una volta recuperata la calibro 22 illegale ha abbandonato ogni indugio: sapeva gli orari e gli spostamenti di Annachiara. Sapeva che nella tarda mattinata di sabato avrebbe raggiunto l’attività di famiglia a San Giorgio. Lui è arrivato qualche ora prima, ha solcato corso Spatuzzi in attesa del momento più importante. Per lui l’appuntamento purtroppo con la morte. Tre i colpi esplosi contro Annachiara. Il tempo di vederla cadere a terra per poi farla finita. Questa volta per sempre, insieme all’amore della sua vita. Oggi la salma di Graziano sarà riconsegnata ai familiari, dopo il nulla osta della magistratura, per le dolorose esequie.