Meglio di niente, ma serve ben altro. I dieci milioni di euro stanziati per la bonifica della Valle del Sacco nella legge di Stabilità approvata alla Camera l’altra notte è certamente un buon segnale. I fondi sono stati inseriti nella finanziaria grazie ad un emendamento proposto dal deputato Pd, Nazzareno Pilozzi: la prima metà per il 2016, l’altra per l’anno successivo. Risorse che potranno essere spendibili quando il perimetro del Sin “Bacino del fiume Sacco” sarà definito una volta per tutte.

Per chiudere l’iter, dopo l’ok alla perimetrazione arrivato nella conferenza di servizi che si è svolta lo scorso 15 dicembre presso il Ministero dell’Ambiente, manca ancora da sbrogliare il nodo dei terreni privati. Un passaggio non semplice che porterà via altri mesi. Si tratta di una fase cruciale, durante la quale occorrerà fare del tutto per non perdere altro tempo. Il Sin della Valle del Sacco è stato istituito nel 2005 e ha conosciuto una sorte alquanto rocambolesca diventando la cenerentola dei Sin italiani. Nella parte che ricade nella provincia di Frosinone, non sono partiti nemmeno gli interventi propedeutici alla bonifica. La questione delle risorse è quindi di fondamentale importanza.

Già il fatto che i soldi siano arrivati grazie a quello che, in gergo parlamentare, vengono definite “mance”, cioè capitoli di bilancio inseriti all’ultimo momento per volontà di questo o quel deputato, la dice lunga sullo stato di programmazione degli interventi nell’ambito del Sin. Dieci milioni di euro non possono bastare: basta considerare che di milioni ne occorrono a decine soltanto per la bonifica dell’ex discarica di via Le Lame che è stata inserita nel Sin. Ma non è soltanto una questione di quantità. Servirà capire, e bene, anche in che modo le risorse verranno spese.