Nessuna chat, nessuna consultazione del proprio smartphone durante la celebrazione di un funerale. Più semplicemente, il dispositivo mobile sarebbe stato utilizzato per leggere il rito delle esequie e del commiato da un'applicazione dell’apparecchio in uso crescente tra i sacerdoti e denominata ibreviary.

E’ quanto, attraverso il suo avvocato Luca Santovincenzo, ha precisato don Antonio Castagnacci, il sacerdote di Alatri che ieri è finito al centro di un’aspra polemica per via di un video realizzato durante un funerale, svoltosi ad Alatri il 29 novembre scorso, da alcuni fedeli che poi lo hanno consegnato alla nostra redazione. Gli stessi fedeli hanno sostenuto come il prete stesse usando il dispositivo per chattare o comunque per consultare post e messaggi di amici e conoscenti, provocando le rimostranze degli stessi e di molti altri presenti. Niente di tutto questo, in realtà, almeno a detta di don Antonio.

“Il rito delle esequie, infatti – è scritto in una nota inviata alla nostra redazione - non si trovava sul Messale utilizzato dal Sacerdote fino al momento del video pubblicato, ma su un altro libro che purtroppo era rimasto in sacrestia. Poiché nella parrocchia il sacerdote non aveva ricevuto alcuna assistenza, dovendo quindi gestire da solo tutta la celebrazione, una volta accortosi della mancanza del libro con il rito delle esequie, al fine di evitare di allontanarsi dall'altare per recuperarlo ricorreva alla citata applicazione sul suo smartphone (tenuto peraltro rigorosamente in modalità offline) da cui ricavava come detto la lettura necessaria per il commiato.

E’ inoltre doveroso aggiungere – continua la precisazione - che alle 15.30 era la terza messa celebrata dal Sacerdote, il quale, proprio per evitare disagi ai fedeli addolorati per la perdita, si prodigava facendo ricorso all'applicazione di cui sopra.
Dal video si vede chiaramente come don Antonio scorra con il dito per cercare il passo che poi legge; peraltro, è giusto precisare anche che don Antonio non è iscritto ad alcun social network, circostanza agevolmente dimostrabile”.