Abusi sui fratellini, l’orco è stato condannato a 8 anni di reclusione, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e al pagamento di una provvisionale di circa 100.000 euro per i minori e 20.000 per i genitori. Ad aver abusato di due bambini, minori di 10 anni, fratello e sorella, sarebbe stato proprio lui, l’amico di famiglia che spesso frequentava la casa dei piccoli al di sopra di ogni sospetto.

La sentenza era già attesa nella scorsa udienza. Poi la possibilità di ascoltare un supertestimone aveva rimesso in gioco tutto. E aveva fatto slittare l’attesa decisione. In realtà ieri la persona da ascoltare per accertare altri aspetti della vicenda mai emersi non sarebbe stata neppure sentita dai giudici che dopo l’ultimo testimone si sono riservati. Dieci anni di reclusione, quelli chiesti dal pm. Otto quelli a cui il sessantenne di S. Elia è stato condannato.

Lo “zio cattivo” era stato tratto in arresto dai carabinieri della Stazione di Sant’Elia perchè ritenuto responsabile di “atti sessuali commessi nei confronti dei due fratelli minori”: un’accusa tremenda. Sarebbe stata la madre dei piccoli, insieme alla sorella maggiore dei bambini, a riferire in un’udienza fiume (sempre a porte chiuse) cosa avvenne in quella brutta estate del 2014. In base alle accuse, l’uomo avrebbe approfittato del bambino durante l’assenza del padre che era in ospedale con la sorellina. Ma le stesse attenzioni sarebbero state riservate poi anche alla bambina. Entrambi minori di dieci anni.

Alla durissima requisitoria del pm Cerullo si era allineato anche l’avvocato Maria Letizia Casale, difensore delle parti civili. Fermi nella loro posizione, invece, gli avvocati dell’imputato - Roberto Angelosanto e Maddalena Lombardi - che avevano richiamato la perizia del Racis effettuata sul pc dell’uomo. «Il dolore per l’accertamento della verità supera la soddisfazione per la decisione della pena - ha commentato subito dopo la lettura del dispositivo l’avvocato Visocchi, che rappresenta il sindaco di Sant’Elia, tutore dei piccoli affidati a una casa famiglia - Un dolore figlio di un dramma che resterà vivo, purtroppo, per tutta la vita». La difesa dell’uomo si riserva, lette le motivazioni, di pensare all’appello.