È il quartiere più “giovane” della città. Fino al 1977 ai Cavoni c’era solo una palude. Sul finire degli anni Settanta cominciò l’opera di bonifica e si insediarono le prime due cooperative nel primo lotto edificabile, per la costruzione dei palazzi. Ora risulta essere una piccola città nella città, autosufficiente e dotata di tutte le strutture necessarie a vivere una quotidianità completa. Ma fino a trenta anni fa non era così, anzi.

Nell’83 si trasferirono le prime famiglie negli appartamenti delle nuove costruzioni. All’inizio queste persone non avevano corrente elettrica, né gas. L’attenzione era tutta concentrata sulla nascente zona di Corso Lazio. Ma grazie alle battaglie dei nuovi residenti, nell’arco di sei mesi vennero disposti questi servizi e cominciarono ad essere asfaltate le strade. Chi ha vissuto quel periodo, però, ricorda un inverno difficile. Circa tre anni dopo vennero avviati i lavori del secondo lotto, dove sorsero altri palazzi, quindi la popolazione cominciò a crescere sempre più. Oggi il quartiere risulta avere circa 10.000 abitanti. Per questo aumento demografico, sul finire degli anni ‘80 venne promosso un comitato. L’intento era cominciare a coordinare le attività e i progetti rivolti alla zona.

Gli anni successivi, infatti, furono ricchi di manifestazioni, feste e proposte in grado di attrarre anche persone di altre zone. Molto importante fu, ad esempio, la visita di Papa Giovanni Paolo II nel 2001. Cavoni diventò così un quartiere pieno di famiglie con bambini che animavano la quotidianità. Vennero costruite anche le case popolari, dove trovarono spazio molte persone che avevano bisogno di abitazioni e luoghi sicuri in cui far crescere i propri figli. Proprio per permettere ciò, venne sviluppata una zona ricreativa con molti giochi e attrezzature, frequentata da residenti, ma non solo. Adesso questa area non esiste più e gli abitanti più attivi da anni stanno chiedendo al Comune di riavere quelle strutture per poterle ricollocare nelle piazze disponibili.

Nelle strade dei Cavoni è possibile trovare banche, negozi, pescherie, alimentari, bar e tabaccai. C’è anche un nucleo di medici di famiglia della Asl a cui fanno riferimento gli abitanti della zona. La prima attività commerciale venne aperta all’incirca venticinque anni fa: una lavanderia ancora a lavoro. Ci sono poi il laboratorio analisi, il doposcuola, un centro sociale e una palestra molto ampia. La scuola elementare, invece, venne aperta straordinariamente nel 2012, a causa dalla grande nevicata che costrinse al trasferimento degli studenti.

Dove attualmente passa il tratto della Monti Lepini c’era un grande prato con almeno 50 alberi di diverse specie, un polmone verde che faceva invidia al resto della città, secondo i residenti. Per mantenere quello spazio senza impedire la costruzione della strada, l’Amministrazione aveva proposto la realizzazione di un sottopassaggio. Oggi l’infrastruttura c’è, ma al posto del parco pubblico è stata costruita una piastra, che oggi risulta essere particolarmente danneggiata dalla mancanza di manutenzione. Accanto a questa, nei progetti iniziali, doveva sorgerne una seconda che non è mai venuta alla luce.

Da anni il presidente del centro anziani Matteo Battisti porta avanti battaglie per il suo quartiere. Uno dei punti sui quali si è concentrato maggiormente è il parco giochi sottratto alla zona e mai restituito. Non dimenticando, però, una struttura pubblica, ancora in costruzione, che attualmente risulta abbandonata a se stessa e viene continuamente presa di mira dai ladri.