A riportare sotto i riflettori le mense scolastiche è Coldiretti. 

"Non credo sia un problema di corruzione, ma di qualità. La nuova legge del codice appalti prevede espressamente indicazioni per quanto riguarda anche i servizi di mensa e ristorazione scolastica, prevedendo che si eviti la gara al massimo ribasso, perché questo significa utilizzare prodotti di scarsa qualità".

La direttiva è stata esplicitata dal presidente di Anac - Autorità nazionale anticorruzione - Raffaele Cantone, che ha condiviso la linea tracciata da Gian Carlo Caselli, presidente della Fondazione "Osservatorio sulla criminalità in agricoltura e sul sistema agroalimentare", nel corso di un convegno promosso da Coldiretti proprio sui rischi derivanti dal forte interesse manifestato dalle agromafie verso le mense scolastiche.

"La rivisitazione dei criteri relativi alle norme sulle gare di appalto per la fornitura di cibi alle mense scolastiche e l'autorevole condivisione del presidente Cantone - commenta il direttore della Coldiretti di Frosinone, Giuseppe Campione - premiano il nostro impegno sul fronte della difesa delle mense scolastiche (un business da 1,3 miliardi di euro annui) dagli appetiti della criminalità organizzata. Una indicazione chiara e netta cui mi auguro vorranno attenersi sindaci e presidenti di provincia quando bandiranno i nuovi appalti di refezione scolastica".

Una ricerca di Coldiretti segnala che 1 italiano su 5 non è soddisfatto del cibo servito a scuola, il 42% lo ritiene qualitativamente appena sufficiente, mentre l'83% degli intervistati sostiene che le mense dovrebbero offrire cibi più sani e soprattutto espressione del territorio. La Coldiretti ha anche denunciato la mancata applicazione degli "appalti verdi" previsti per le mense scolastiche gestite dalla pubblica amministrazione e dagli enti locali.

"Gli appalti verdi - spiega Vinicio Savone,  presidente della Coldiretti di Frosinone - prevedono che ai bambini siano serviti frutta e verdura di stagione, almeno il 20% dei prodotti Igp o Dop, il 15% di carne biologica e il 20% di pesce da acquacoltura bio. Il rispetto di questi parametri garantirebbe un regime dietetico più equilibrato e sano ai nostri figli e ci consentirebbe di premiare gli imprenditori che fanno prodotti agroalimentari sicuri, tracciati, certificati e di assoluta qualità".