Carbonizzata all’interno di un Fiat Doblò in via Toriello Separiello a Sant’Antimo, in provincia di Napoli. Così i carabinieri di Giugliano in Campania, guidati dal capitano Antonio De Lise, hanno trovato il corpo di Maria Migliore, la trentenne residente ad Atina, dove i genitori hanno un negozio di frutta e verdura a San Marciano. La vicenda è catalogata dagli inquirenti come omicidio. Ma i contorni sono ancora tutti da definire. Maria, stando a una prima ricostruzione dei fatti, è stata uccisa e il suo corpo dato alle fiamme per una sorta di vendetta trasversale legata a un commercio di droga. Molti ancora i lati oscuri. Anche se gli inquirenti pensano di essere sulla pista giusta. Tanto che hanno già eseguito alcuni provvedimenti giudiziari. I carabinieri, infatti, hanno fermato un uomo e sua figlia. La terza persona coinvolta, il fidanzato della ragazza, invece, è stato soltanto denunciato per distruzione di cadavere, perché ha collaborato allo sviluppo delle indagini. Il movente, sostengono gli inquirenti, è legato a uno sgarro relativo a un giro di stupefacenti. Anche il compagno della trentenne è stato ascoltato dai carabinieri, ma non risulta indagato.

(Ampio servizio nell'edizione del 18 novembre)