Tavoli in ceramica, derrate alimentari e auto in prestito come merce di scambio per favorire elargizioni di finanziamenti destinati all’agricoltura.
Accade che in una maxi operazione partita da Augusta, in provincia di Siracusa, rimane coinvolto anche un 54enne di Filettino, Sergio Ciuffetti, che ieri mattina è stato arrestato nella sua abitazione del comune montano.


Il blitz
Le ordinanze di custodia cautelare, 13 in tutto, con lui ai domiciliari, sono state firmate dal Gip del tribunale di Siracusa che ha così suggellato come condivisibili, e quindi credibili, le risultanze dell’indagine effettuata dai carabinieri della compagnia di Augusta, comandata dal capitano Federico Lombardi, e dai loro colleghi del nucleo antifrodi di Roma, secondo i quali, da almeno tre anni, si era costituita tra la Sicilia ed il Lazio un'organizzazione criminale finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche in agricoltura e nella zootecnica nei comuni di Augusta, Carlentini e Melilli. Il sodalizio, o quantomeno gli indagati siciliani che ne facevano parte, acquisivano illegalmente terreni privati e le false attestazioni sul loro reale utilizzo. I quattro laziali arrestati per corruzione, tutti legati alla Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, provvedevano, secondo gli investigatori, ad agevolare i finanziamenti alleggerendo i controlli. Tra i quattro compare il 54enne di Filettino, dipendente dell’Agea. Arrestato anche il collega G.M. 52 anni originario di Messima ma residente a Roma, il dipendente della terziarizzata Agea Control E.C. 52 anni residente in provincia di Roma e un consulente esterno della stessa Agea, Alessandro Buressiniani 38 anni residente a Cori. Sarebbe stato, G.M. a fare da collegamento tra i due gruppi in maniera tale che le attività illecite compiute in Sicilia, anche grazie ad un notaio infedele, venissero monetizzate da Roma.


Come si muoveva il gruppo
La scelta dei terreni fatti nei comuni di Augusta, Carlentini e Melilli, era certosina, e spaziava tra quegli appezzamenti i cui proprietari, per lo più anziani, difficilmente avrebbero reagito ai soprusi del gruppo. Invasione di mandrie, incendi, avvelenamenti di alberi da frutta, erano i sistemi per allontanarli dalle terre. Queste venivano recintate e iniziava la fase dell’appropriazione cartolare del terreno basata su atti notarili palesemente falsi. Proprietari, anche se in maniera fittizia di quel fondo, chiedevano così finanziamenti all’Agea ottenendoli grazie, secondo i carabinieri, ai controlli omessi dai dipendenti che beneficiavano di regalie di vario genere. Con questo sistema il gruppo siculo si sarebbe appropriato di oltre 2mila ettari di terreno ottenendo erogazioni per 200mila euro.