Una storia triste. È quella di due sorellastre accomunate da un destino crudele. Entrambe, l’una all’età di 5 anni, l’altra di 14, vittime delle attenzioni morbose del padre-patrigno. Una storia venuta a galla nel 2011, grazie a una serie di comportamenti giudicati “strani” della più piccola, interpretati prima dalla madre e poi dagli psichiatri come inequivocabili segni di violenza. E così dalle violenze alla più piccola emergono anche gli abusi alla sorellastra più grande. Partono le segnalazioni degli assi- stenti sociali, il processo che ieri si è concluso con una pesante sentenza. L’uomo, 48 anni, di Frosinone, A.L. è stato condannato a nove anni.

Il genitore è accusato di aver palpeggiato nelle parti intime la figlia avuta da una convivenza e la figliastra della nuova compagna. È stata la più piccola far suonare il campanello d’allarme. Alcuni disegni, atteggiamenti incompatibili con l’età hanno insospettito la madre. Che ha subito interpellato degli psicologici. Il responso è stato tremendo. La bambina aveva subito degli abusi.

Da qui sono cominciati ulteriori e più approfonditi esami da parte degli psichiatri per giudicare l’ attendibilità dei racconti. Questi alla fine sono stati ritenuti genuini e privi di condizionamenti esterni. In più durante l’inchiesta emergono i particolari degli abusi anche sulla figlia dell’altra compagna. I rapporti degli assistenti sociali danno il là all’inchiesta della procura che prima chiede il giudizio e poi, attraverso il pubblico ministero Barbara Trotta, che ha coordinato l’indagine, la pesante condanna a nove anni. Una richiesta soddisfatta dal tribunale di Frosinone (presidente Sciascia, a latere Venarubea e Farinella) al termine di un processo durato quasi due anni.

Le minori erano rappresentate dall’avvocato Giampiero Vellucci. Oltre alla condanna il tribunale ha disposto una provvisionale immediatamente esecutiva di 30mila euro, nonché il risarcimento danni da quantificare in sede civile. Moderatamente soddisfatta la madre della piccola: «Quando ho avuto la relazione degli psicologici nemmeno ci credevo - racconta - Sembrava una storia uscita da qualche film. Mia figlia diceva “non voglio andare da papà perché mi fa male”. I bambini non devono soffrire così». Ora per loro è venuto il momento di ritrovare un po’ di tranquillità e di gioia.