I consigli regionali eleggeranno i futuri rappresentanti di Palazzo Madama fra i propri membri e l’indicazione “dovrà avvenire in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge elettorale”. Fra l’altro “la durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti”. I senatori saranno 100 (al posto degli attuali 315), così ripartiti: 74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 personalità illustri nominate dal presidente della Repubblica. La ripartizione dei seggi tra le varie Regioni avverrà “in proporzione alla loro popolazione”, ma nessuna Regione potrà avere meno di due senatori. Nello stesso articolo si stabilisce che ci dovrà essere una legge (ordinaria) “approvata da entrambe le Camere per regolare le modalità di attribuzione dei seggi e di elezione dei membri del Senato della Repubblica tra i consiglieri e i sindaci, nonché quelle per la loro sostituzione, in caso di cessazione dalla carica elettiva regionale o locale”. E i “seggi sono attribuiti in ragione dei voti espressi e della composizione di ciascun consiglio”.Ricapitolando: per arrivare al Senato bisogna essere eletto prima consigliere regionale. Il doppio ruolo è inevitabile, ma l’indennità resterà una. Nel Lazio ci sono 50 consiglieri regionali e tali resteranno. Per capire come saranno eletti, invece, bisognerà attendere l’approvazione della legge ordinaria. Ma è evidente che se il Consiglio dovrà solo ratificare, allora sarà fondamentale il voto dei cittadini alle regionali. Può darsi che gli aspiranti senatori vengano inseriti in una sorta di listino. Però saranno i numeri a fare la differenza: nel Lazio i rappresentanti a Palazzo Madama scenderanno da 17 a 5. Ora, a nessuno sfugge che la presenza di Roma sarà preponderante. È verosimile ipotizzare che almeno 3 faranno riferimento alla Capitale. Se non 4. Alle province rimarranno 1 o 2 posti al massimo.Però vale la pena provare e per farlo non c’è altra strada che quella di essere eletto prima consigliere regionale. Le corsie dei partiti rischiano la ressa da... girone dantesco.Nel Pd il consigliere regionale in carica Mauro Buschini cercherà la riconferma. Un pensierino alla Pisana lo sta facendo il presidente della Provincia e sindaco di Ferentino Antonio Pompeo. Quindi, considerando gli spazi stretti anche alla Camera, qualcuno può escludere che per la Pisana possano concorrere il presidente del Consorzio Asi Francesco De Angelis, il segretario Simone Costanzo o il presidente Sara Battisti? In Forza Italia il consigliere regionale Mario Abbruzzese lascerà spazi ad Antonello Iannarilli, Alessia Savo, Danilo Magliocchetti o Pasquale Ciacciarelli? E il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani? Allo stesso modo la carica di consigliere regionale potrebbe essere tenuta in considerazione dai leader di altri partiti. Pensiamo ad Alfredo Pallone (Ncd) o Gianfranco Schietroma (Psi). Una sola cosa appare certa: con questa ristrettezza di spazi il ricambio della classe dirigente è destinato ad attendere. Non poco.