Dopo la partecipazione al programmadi Bonolis del vallecorsano Eugenio Giuliani, una parte dei ciociari, la categoria degli indignati, dei paladini della âdignità ciociaraâ, è insorta dando sfogo al propriori sentimento contro «una Ciociaria puntualmente martoriata in Tv». La polemica è stata alimentata sui social, Facebook in testa, con commenti, a volte anche molto duri, contro il concorrente, «colpevole», a detta degli indignati, di aver sfoderato in tv «un linguaggio ostrogoto» e «incomprensibile». «Quel linguaggio è il vallecorsano, il nostro dialetto, un unicum in tutta la Ciociaria, oggetto di studi anche presso lâUniversità di Cassino», questa la risposta dei vallecorsani risentiti su Facebook, i quali si sono fatti portavoce di unâintera comunità , che difende a spada tratta la propria componente dialettale e «un uomo dalla spiccata simpatia», come Eugenio Giuliani.
La polemica fatta scoppiare dai ciociari indignati, ha trovato subito pane per i propri denti nei numerosi commenti in difesa della «genuinità » di Giuliani e dellâuso del dialetto, incontrando il favore di vallecorsani e non, che hanno voluto sottolineare come, in verità , lâuso eccessivo del dialetto, probabilmente era già stato concordato proprio al fine di suscitare fragorose risate, e fare «audience». E proprio a due giorni dalla Giornata Nazionale del dialetto, la polemica ha assunto dimensioni più ampie, andando a toccare anche altre corde di giudizio. Che valore dare al dialetto? Che uso farne? à giusto, in Tv, contravvenire al diktat dellâaudience, soprattutto in un programma asservito alla risata come Avanti un Altro, limitando certe espressioni nostrane? O è giusto, come sostengono i fan ciociari di Giuliani, andare fieri del proprio dialetto e non avere paura di parlarlo, anche in tv? Il dibattito è aperto, e continua anche in queste ore. Se una parte della Ciociaria, quella degli indignati è insorta con veemenza per difendere la categoria dei ciociari, dal marchio di «ignoranti» e «ostrogoti», negli ultimi giorni, ne è insorta unâaltra, quella dei ciociari fieri della propria storia e delle proprie tradizioni, anche e soprattutto linguistiche.