Inquinamento da polveri sottili ma anche da fibre di amianto che, inalate anche in concentrazioni minime, possono causare gravi malattie come l’asbestosi o il mesotelioma pleurico maligno. Giusto valutare l'inquinamento atmosferico causato dalle emissioni inquinanti, senza però escludere gli altri significativi agenti altamente nocivi che rischiano di compromettere la salute dei cepranesi.

L’allarme ambientale e la conseguente ordinanza emessa dal sindaco Marco Galli hanno sollevato grande fervore fra i cittadini che in queste ore inevitabilmente hanno riacceso i riflettori sul pericoloso amianto posto a copertura dell’ex cartiera lungo il Liri. Circa duemila metri quadrati di amianto, infatti, coprono i capannoni dell’ex cartiera di via Riviera Liri su cui grava la sentenza del 2013 dell’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che rigettò il ricorso della proprietà contro all’ordinanza di rimozione dell’amianto.

Nonostante le ordinanze e le sentenze, le lastre contenenti amianto sono ancora al loro posto, nel cuore del centro storico. E sebbene si tratti di materiali resistenti, la cui presenza in sé non comporta pericolo se il materiale è in buone condizioni e non viene manomesso, esiste il concreto rischio potenziale di rilascio di fibre di amianto causato magari da vento, pioggia, grandine e altri agenti atmosferici.

Di qui la necessità per i cepranesi di comprendere i rischi esistenti per non vedersi calare dall’alto ordinanze difficili da condividere. Forse una più profonda consapevolezza della reale situazione potrebbe mobilitare e motivare la cittadinanza.