Trecento persone in fila, alcune anche un po’ agitate. Hanno letteralmente preso d’assalto la Città della Salute di via Armando Fabi. Chiedevano di essere vaccinate. La morte del ristoratore di Alatri, dovuta a una forma di meningite non contagiosa ha, infatti, provocato una sorta di psicosi generale. E anche i dati raccolti da Federfarma nelle ultime ore fotografano un fenomeno senza precedenti: le vendite delle farmacie si sono più che triplicate.

A nulla, quindi, sono serviti gli appelli a non allarmarsi. L’invito alla calma non è bastato. Persone in coda anche ieri in tutti i presidi del Frusinate, preoccupate soprattutto per la salute dei figli. A rendere più difficile la situazione sono state le notizie diffuse su altri presunti casi di meningite che poi non si sono rivelati tali. «È giusto fare la profilassi - hanno spiegato dalla Asl - ma non c’è fretta. Va bene prenotarsi anche nei prossimi mesi. La precedenza, però, va data ai bambini al primo anno di vita».

Gli esperti hanno aggiunto anche che «il batterio si trasmette solo attraverso un contatto molto stretto, ravvicinato e ripetuto. Non si diffonde nell’aria con un semplice starnuto, o come il virus dell’influenza. È un germe pericoloso ma che per fortuna non infetta con facilità». I casi nel Lazio, stando alle statistiche, rispetto allo scorso anno sono diminuiti. Si è, infatti, passati dai 26 del 2015 ai 19 del 2016. Nonostante ciò la paura, anche se i medici fanno notare che è del tutto ingiustificata, resta alta.