La morte del ristoratore di Alatri, colpito da meningite, ha scatenato la psicosi.Centinaia le persone in coda ieri mattina davanti agli uffici vaccinazioni della Asl per tentare di ottenere una prenotazione. E i telefoni dei medici “di famiglia” squillano ininterrottamente. Chiamano per informarsi. Chiedono se è necessario vaccinarsi. Sono soprattutto mamme preoccupate per i bambini e gli adolescenti, fasce d’età per le quali sottoporsi a profilassi è consigliato. Ma niente panico. Fortunatamente non ci sono i presupposti. A uccidere Massimilano Zena è stata una forma non contagiosa, provocata dal batterio pneumococco e non dal temibile meningococco. E’ vero, però, che l’aumento dei casi di meningite in Italia è fonte di ansia.

Ressa a Frosinone

Corsa in tutte le strutture ospedaliere del Frusinate, a cominciare proprio dalla cittadella della salute di via Armando Fabi, letteralmente presa d’assalto ieri mattina da famiglie e utenti. Decine e decine di persone in fila a chiedere informazioni e qualcuno che, esasperato per non aver ottenuto risposte celeri, ha addirittura deciso di recarsi in qualche altro centro di vaccinazione della provincia o dal proprio medico di famiglia. Ma anche in altre città la situazione non è stata semplice.

A Cassino pediatri ko

Nella città martire sono soprattutto i pediatri a essere presi d’assalto. Non solo medici di famiglia e centri di vaccinazione dove ormai regna il caos. Sì, perché, tra influenze stagionali e incubo meningite è partita la grande corsa a informarsi. I dati parlano chiaro: se fino a qualche tempo fa le vaccinazioni da meningite venivano lasciate nel dimenticatoio, soprattutto per gli allarmi - vero o falsi - legati ai vaccini stessi, ora c’è un’escalation di prenotazioni. In genere a precedere la fila ai centri c’è la lunga chiamata al pediatra con visita annessa per essere certi che il bambino stia bene e non abbia il benché minimo malanno. E laddove la prenotazione avviene con un pizzico di ritardo rispetto a quanto immaginato, ecco che scatta l’ennesima chiamata al pediatra per capire se si può aspettare tanto oppure no. E la nuova rassicurazione. «Purché si faccia», dicono la maggior parte di loro.

File al distretto di Sora

Mattinata da incubo, quella di ieri, anche al distretto C di via Piemonte, dove oltre cinquanta persone erano già in fila di buon’ora per prenotare i vaccini. «Una situazione davvero incredibile - racconta G.G. di Arce, un giovane papà che deve sottoporre il figlio di un anno e mezzo al vaccino per la meningite di tipo B -. Ci hanno dato appuntamento al 21 marzo e quello che è incredibile è che si può prenotare soltanto il martedì mattina e molto spesso il numero del centralino risulta staccato o dirotta verso altri uffici non deputati alle prenotazioni. L’unica speranza - racconta ancora l’uomo - è andare direttamente al distretto per poter fissare la data del vaccino, essere fortunati e rientrare nei 20 numeri a disposizione per ogni giorno di prenotazione (questo è il tetto massimo) e poi tornare per il vaccino. È un servizio normale, mi chiedo? Non sarebbe più semplice riuscire a fare tutto telefonicamente senza intasare inutilmente gli uffici? Questa mattina (ieri, ndr) mi trovavo a Sora e, passando davanti agli uffici ubicati in via Regina Elena, ho notato la fila di utenti e famiglie che usciva addirittura fuori, sotto la pioggia». Situazione confermata anche dalla fotografia scattata davanti all’ingresso del servizio vaccinazioni di Sora. E, a quanto pare, anche nelle altre città non è andata meglio di qui.