Un drink dietro l’altro, tanto per passare la serata. Ma l’alcol, stando allo studio appena pubblicato su Addiction, condotto da una equipe di ricercatori finlandesi della University of Eastern Finland e del Kuopio University Hospital, potrebbe provocare una riduzione del volume della materia grigia delle aree dell’encefalo coinvolte nel controllo degli impulsi e nella risposta soggettiva all’alcol.

Gli autori del lavoro hanno arruolato 62 giovani adulti di età compresa tra i 22 e i 28 anni che nel 2005, al momento dell’avvio dell’indagine, erano tra 13 e i 18 anni. Dei 62, 35 erano stati forti consumatori di alcool da teenager, e 27, i controlli, bevitori leggeri. Tutti sono stati seguiti e sottoposti a questionari per un decennio, a intervalli di 5 anni: nel 2005, nel 2010 e nel 2015. «In adolescenza la maturazione del cervello è ancora in corso, in particolare le aree frontali e la corteccia cingolata continuano a svilupparsi fino a 20 anni. I nostri risultati indicano chiaramente che l'uso eccessivo di alcol può interferire con questo processo di maturazione», ha spiegato Noora Heikkinen, primo autore dello studio. Allarmanti anche i dati nel Lazio. Gli adolescenti residenti nella regione consumano quantità di alcol superiori rispetto alla media nazionale dei loro coetanei: il 73% sono 15enni, il 30% sono 13enni e il 14% sono 11enni. Praticano il cosiddetto Binge drinking.

Lo ha stabilito una progetto della Fondazione Italiana Ricerca in Epatologia (FIRE - Onlus) sull’impatto dell’alcol negli adolescenti nella regione. Uno studio, reso possibile grazie al contributo della Fondazione Roma, da sempre attiva nel settore della Sanità e della ricerca scientifica, per analizzare lo stile di vita, l’assetto psicologico e il consumo di bevande tra i giovani che ha visto coinvolto un campione di 2700 ragazzi iscritti anche ai Licei di Frosinone. Quello che emerge è che si sta verificando un drammatico incremento di vere e proprie "abbuffate alcoliche" in un intervallo di tempo minimo, spesso un’unica serata, con lo scopo di ottenere un’ubriacatura immediata nonché la perdita di controllo.

Dallo studio salta fuori come la modalità “binge drinking” rappresenti un fattore di rischio importantissimo per lo sviluppo sia di problemi alcol-correlati che di alcol-dipendenza. Il consumo, a quanto pare, è più diffuso trai ragazzi ma anche per le ragazze è da segnalare un incremento apprezzabile dei consumi all’aumentare dell’età. La percentuale dei ragazzi che dichiara di non essersi mai ubriacato, stando poi agli ultimi dati del sistema di sorveglianza Passi, si riduce tra gli 11 ed i 15 anni (dal 95.55% al 74.48) in particolare nei maschi.

Il binge drinking è più presente tra i ragazzi con un aumento tra gli 11 ed i 15 anni per entrambi i sessi (circa dal 10% al 40% per i maschi e dal 5% al 30 % per le femmine). Sotto la lente è finito anche l’uso del tabacco. Per quanto riguarda le sigarette, gli ultimi studi dicono che i ragazzi del Lazio che dichiarano di fumare ogni giorno cresce in modo sostanziale nel passaggio tra gli 11 ed i 15 anni (dallo 0.2% al 13.5%). La differenza di genere tra i quindicenne le femmine che dichiarano di fumare ogni giorno sono il 16% contro l’11% dei maschi. L’iniziazione dei giovani al fumo avviene nell’ambito del gruppo che a quest’età acquisisce sempre maggiore importanza.

Gli interventi di prevenzione devono tener conto dell’influenza dei pari età. il tabacco continua ad essere una delle sostanze psicotrope più largamente diffuse con un trend di consumo sostanzialmente costante negli ultimi 11 anni. Nel Lazio la frequenza dei ragazzi che dichiarano di fumare aumenta al crescere dell’età e le femmine fumano più dei maschi.