Bocche cucite. Il giorno dopo l’attentato all’Area Disco nessuno ha voglia di parlare. Gli investigatori preferiscono con- centrarsi sugli elementi al momento raccolti sulla scena del crimine, grazie all’ausilio della polizia scientifica, in attesa anche dei risultati della perizia dei vigili del fuoco, che potrà fornire qualche elemento in più sul tipo di liquido infiammabile utilizzato dai due attentatori. E con un occhio alle telecamere per cercare di carpire qualche particolare degli attentatori che, a una prima analisi, non è ancora saltato fuori.

Dalla proprietà nessuna dichiarazione, in attesa della piega che prende- ranno le investigazioni. Il proprietario Sirio Martini è assistito dall’avvocato Nicola Ottaviani, che lo ha già seguito come parte offesa in altre vicende. Per il momento, non sarà intrapresa alcuna iniziativa giudiziaria.

Si attendono le mosse della poliZia. Poi, se in un secondo tempo si risalirà agli autori e nei loro confronti si aprirà un processo, si valuterà, come è stato fatto nei processi per gli attentati al bingo, la costituzione di parte civile. Al momento, considerato anche il periodo dell’anno, a pochi giorni dal veglione di capodanno che avrebbe ospitato la struttura, il clima è di profonda frustrazione.

Quello che tutti ora si chiedono è se Martini troverà ancora le forze per risollevarsi e ricostruire tutto da capo, come è già successo dopo le devastazioni al bingo. Pochi chilometri dividono i due complessi che ora toccano con mano la stessa sorte: avvinte dal fuoco che tutto distrugge per interrompere una fiorente attività.

Tanti gli attestati di solidarietà espressi in questi due giorni, dal mondo delle istituzioni, con l’auspicio che le forze dell’ordine arrivino in tempi solleciti ad assicurare alla giustizia i responsabili dell’attentato dell’altra notte. Un attentato che ha scosso la tranquillità della zona e, appunto, ha riportato la mente a una stagione che si riteneva superata, soprattutto dopo le condanne di chi aveva contribuito, come ideatore, o aveva realizzato, come esecutore materiale, il proposito criminoso di distruggere il bingo.

Nel 2011, in un’audizione dei magistrati della Dda davanti alla commissione parlamentare antimafia, il sostituto Diana De Martino rimarcava che «proprio a Frosinone una importante indagine ha evidenziato l’interesse della criminalità nei confronti nel gioco del bingo perché ce n’è stato uno, a Ferentino, che ha subito una serie di attentati nel corso del tempo. Attraverso le indagini si è scoperto che autore e mandante era il personaggio che aveva il controllo del bingo di Frosinone che veniva a subire una sorta di diminuzione dei suoi introiti per la concorrenza che esplicava il bingo di Ferentino. Questo a dimostrazione di quanto importante sia il settore del gioco per la criminalità». Stesse parole ribadite poi nella relazione finale, per il 2012, della stessa direzione distrettuale antimafia di Roma.