Avevano messo in vendita su internet un iPhone 4. Una proposta allettante che nascondeva un trucco. Ma i due, marito e moglie, non avevano fatto i conti con il fatto che il loro acquirente era una poliziotta ciociara che li ha denunciati e li ha fatti condannare. L’agente, infatti, aveva pagato 350 euro, ma del telefono non aveva ricevuto nemmeno la scatola. Il giudice monocratico del tribunale di Frosinone, Daniela Possenti, ha così condannato due coniugi di Siracusa, Davide Rossitto e Mirella D’Amico, alla pena di sei mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali, dei danni da liquidare in separata sede, nonché a una provvisionale di mille euro in favore della parte civile, rappresentata dall’avvocato Fiorella Testani.

Nel gennaio del 2012 su un sito di aste online, l’acquirente aveva adocchiato un iPhone 4. Ingolosita anche dal prezzo pattuito, 350 euro, l’agente aveva deciso di chiudere l’affare non prima di aver contattato il venditore (l’uomo, stando alle accuse), che le aveva fornito il numero di un cellulare e un indirizzo di posta elettronica. Qualche giorno dopo, la poliziotta ha provveduto a inviare, su una Postepay (intestata alla donna in base a quanto emerso nel corso del processo), il corrispettivo per l’acquisto del telefonino. Solo che non avendo ricevuto né l’i-Phone né avendo avuto più notizie dei venditori, la donna ha deciso di rivolgersi alla polizia postale.

Sulla base di cellulare ed email forniti dai venditori, sotto processo sono finiti, per truffa, i due coniugi di Siracusa. I due hanno provato a difendersi negando la titolarità della carta sulla qua- le era transitato il denaro. Ma non è servito. Al termine del procedimento, il giudice monocratico di Frosinone ha emesso una sentenza di condanna a carico della coppia che ora sarà chiamata anche a risarcire la parte civile.