Potrebbero rubarvi nome e cognome senza che neppure ve ne accorgiate e fingersi voi per comprare un’auto, un telefonino, iscriversi in palestra o finanziarsi un viaggio. La trappola viaggia sul web. Scatta non appena si forniscono i dati personali per effettuare un pagamento. Tutto accade in maniera talmente rapida che non ci si rende conto nemmeno di quanto sta avvenendo. Salvo, poi, ritrovarsi a fronteggiare una sfilza di rate per un prestito mai richiesto.

Salgono i furti d’identità, attraverso conti correnti, cedolini degli stipendi, carte di credito e bancomat. E con le festività di fine anno aumentano i rischi derivanti da un fenomeno criminale troppo spesso sottovalutato. La ripartizione delle frodi per regione mostra, ancora una volta, una maggiore incidenza in Campania seguita da Sicilia e Lombardia. Per quanto riguarda il Lazio, nel primo semestre 2016 sono stati rilevati 739 casi: il maggior numero di frodi è stato registrato in provincia di Roma con 422 casi (2° posto assoluto a livello nazionale, dopo Napoli), nonostante una calo del 23,4% rispetto allo stesso periodo 2015.

È stata invece la provincia di Frosinone ad aver fatto segnare la crescita più consistente,con un significativo +73,4%, seguita da Viterbo con un +44,1%. A Latina, invece, l’aumento è stato del 1,19%. Calo deciso a Rieti con un meno 40,77%. È quanto emerge dall’osserva torio sulle frodi creditizie Crif. «Non bisogna mai fornire dati personali e di pagamento sul web senza aver prima verificato che il sito sia affidabile». Raccomanda Tiziana Belli,comandate della polizia Postale di Frosinone. «Occorre, inoltre, proteggere sempre la password e cambiarla periodicamente (almeno ogni 3 mesi), utilizzando il numero massimo di caratteri che vengono messi a disposizione dal sistema, perché rende più difficile la violazione da parte dei programmi che decriptano. Possibilmente non bisogna usare frasi di senso compiuto e non legarla a parole della vita privata o a date di nascita dei familiari. Il consiglio - prosegue - è anche quello di non inviare le scansioni dei documenti di identità e ilcodice Iban del conto corrente a soggetti che non sono affidabili al 100%. Sempre più spesso queste informazioni vengono richieste dai truffatori. Occorre anche controllare frequentemente l’estratto conto, se si utilizza un servizio di home banking, per poter intervenire prima possibile, segnalando alla banca eventuali transazioni anomale».

La distribuzione delle frodi per sesso - sempre secondo il rapporto Crif - evidenzia come la maggioranza delle vittime (il 62,5% del totale) sia rappresentata da uomini. Osservandola per classi di età, si conferma la tendenza già evidenziata nella precedente rilevazione, con la fascia compresa tra 50 e 59 anni che fa registrare il maggior incremento (+8,2%), seguita da quella degli over 60 (+7,9%). I raggiri perpetrati su prestiti finalizzati continuano a fare la parte del leone, con il 68,9% dei casi totali.

Prosegue pure l’aumento dei casi riconducibili alle carte di credito, che quasi raddoppiano rispetto all’anno precedente. I casi di frode sui prestiti personali, infine, rimangono pressoché in linea rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, anche se si evidenzia un incremento del 38,3% del valore economico frodato. In particolare emerge che circa l’1% dei documenti presentati in fase di identificazione anagrafica è una carta di identità contraffatta oppure valida ma non riconducibile al soggetto o,ancora, nello 0,7% si tratta di documenti per i quali risulta una denuncia per furto o smarrimento.

Per quanto riguarda le verifiche sulle patenti, nello 0,7% dei casi si tratta di documenti falsi riconducibili a numerazioni inesistenti. «Attenzione pure - conclude la dottoressa Belli - a gettare documenti che contengono dati personali (come ad esempio gli estratti conto bancari) senza prima distruggerli. Una delle modalità più utilizzate dai ladri d’identità per raccogliere informazioni utili è, infatti, rovistare tra i rifiuti».