«Si invita codesto Comune a voler formulare una proposta progettuale che individui i provvedimenti di prevenzione, contenimento e riduzione dell’inquinamento atmosferico così come stabiliti dal Piano di risanamento della qualità dell’aria della Regione Lazio».

La comunicazione inviata mercoledì scorso dal presidente della Provincia Antonio Pompeo al sindaco Roberto Caligiore porta con sé due notizie. Quella brutta e risaputa è che Ceccano resta nell’ormai ex “zona A”, ribattezza ora “classe 1”, ovvero i comuni in cui «uno o più indicatori di legge di ciascun inquinante - specifica il decreto - risultano superiori al valore limite per almeno tre dei cinque anni precedenti» e che, pertanto, «dovranno adottare le misure più restrittive». Quella buona, invece, è che l’amministrazione fabraterna è beneficiaria di un finanziamento di 70.000 euro per interventi di monitoraggio proprio «in funzione - si legge testualmente - sia della popolazione residente che della nuova zonizzazione».

E la “lista dei desideri” redatta dall’Ufficio tecnico la presenta il consigliere delegato all’ambiente Alessandro Savoni: «L’amministrazione acquisterà tre pannelli luminosi per informare i cittadini sull’andamento delle polveri sottili e per inviare ogni sorta di comunicazione da una postazione comunale. In più, quattro varchi mobili con fioriere da installare all’ingresso alle Ztl e due selezionatori di traffico con semafori “intelligenti”, per intenderci col rosso a chiamata o che scatta in caso di eccessiva velocità».

L’anno che verrà, dunque, porterà con sé novità tecnologiche a supporto del pacchetto antismog varato dal Comune ed entrato nel vivo lo scorso 27 novembre con la prima domenica ecologica e con un centinaio di contravvenzioni per infrazioni del blocco del traffico, casi di oltraggio a pubblico ufficiale e proteste diffuse.

Ma tra due settimane i cittadini saluteranno un 2016 da dimenticare, che ha fatto registrare sinora una media giornaliera di Pm10 pari a 121 microgrammi per metro cubo, 75 superamenti del valore limite per la protezione della salute umana (50) in luogo dei raccomandabili 35 e un dato di fatto: il territorio ceccanese è tra i più inquinati d’Italia. E questa, purtroppo, non è una novità.