I giudici del Tar sospendono l’ordinanza con la quale il sindaco di Cassino aveva imposto di sgomberare le palazzine di via Vaglie occupate dai migranti. La notizia è giunta nel pomeriggio di giovedì a poche ore dall’inizio del Consiglio comunale.

Quando il sindaco ha dato comunicazione all’Aula, è scoppiata la polemica. L’opposizione che aveva fatto richiesta di un consiglio comunale straordinario sul caso profughi intendeva ritirare il punto: «Delle due l’una. O è urgente o non è urgente», è stata la risposta. Così il punto è stato messo a votazione ma non approvato. L’amministrazione dunque ha detto no ad un pubblico elenco con i nomi di tutte le aziende che nel territorio ospitano extracomunitari. No anche ad un elenco con il numero degli extracomunitari oggi ospitati sul territorio comunale, specificando quanti siano gli ospiti accolti in forza del progetto Sprar e quanti siano quelli accolti in forza di altri progetti.

Tanto basta a scatenare l’ironia di Benedetto Leone: «L’ordine del giorno proposto dall’opposizione, non solo era demagogico. Addirittura era superficiale nella richiesta al sindaco di comunicare i futuri arrivi di flussi migratori in città, come se il sindaco Carlo Maria D’Alessandro avesse la sfera di cristallo. O dal momento che siamo in tempi dei social, avesse la possibilità di comunicare con Facebook –Twitter–Whatsaspp con gli scafisti, per essere informato ancor prima delle Prefetture di possibili sbarchi in Italia. Per questo “misterioso” e “superficiale” motivo, la richiesta dell’opposizione è stata bocciata».

Poi, entrando nel merito della questione il delegato ai servizi sociali ha spiegato: «Governance in mano ai Sindaci. I sindaci devono tornare a decidere, insieme alla comunità, numeri, modalità e soggetti da coinvolgere per organizzare l’accoglienza sul proprio territorio e chiede alle Prefetture di condividere tutte le info, anche gli elenchi pubblici delle cooperative che fanno accoglienza, per una gestione corretta dell’accoglienza», ha concluso l’assessore Leone.