Rinviato a giudizio presunto pedofilo. L’imputato, G.G, un trentacinquenne di Veroli dipendente di un centro diurno, è accusato di violenza sessuale su minore, all’epoca dei fatti tredicenne. Una triste vicenda di cui si stanno occupando gli avvocati de “La caramella buona Onlus”, organizzazione no-profit da 20 anni al fianco delle vittime di abusi.

Ieri mattina, presso il Tribunale di Frosinone, si è svolta l’udienza. Il Giudice Bracaglia Morante, sulla base delle motivazioni esposte dalle parti civili, la vittima e la Caramella Buona Onlus, rappresentate dall’avvocato Monica Nassisi, ha rigettato la richiesta di rito abbreviato condizionato formulata dalla difesa dell’imputato (che presupponeva tra l’altro la riduzione di un terzo della pena) e ha rinviato a giudizio l’imputato davanti al tribunale collegiale. Il processo si terrà il prossimo 10 marzo con rito ordinario.

I fatti risalgono al 2013. Il presunto “orco”, oggi trentacinquenne, lavorava come educatore in un centro diurno della città ernica. Un giovane come tanti, stimato professionista proveniente da una famiglia perbene. La presunta vittima era solo un ragazzino, senza padre e con serie difficoltà economiche e sociali alle spalle per questo inserito di diritto nel progetto educativo offerto dalla struttura. Nulla di più facile per quell’uomo che conquistare la fiducia del bambino.

Stando a quanto riportato dall’accusa, il verolano approfittando del suo ruolo di educatore, avrebbe avvicinato il ragazzo fino a costringerlo ad avere rapporti sessuali. Pressanti gli sms e le telefonate nel quale lo invitava a casa con la scusa di offrirgli lezioni private e gratuite di musica. Un rapporto malato a cui il ragazzino si sarebbe dovuto adattare forzatamente, senza poter far nulla fino al giorno in cui è partita un’indagine della polizia giudiziaria. Il ragazzo convocato ha, quindi, raccontato la sua versione dei fatti.

Denunciato l’accaduto, è stata proprio l’associazione diretta dal presidente Roberto Mirabile e dalla vice presidente Anna Maria Pilozzi a farsi carico della vicenda. «La cosa che più ci indigna – hanno riferito i responsabili della Onlus - è che quest’uomo possa ancora lavorare per la stessa cooperativa, convenzionata con il Comune e al fianco di persone disabili. Stiamo parlando sicuramente di un presunto pedofilo, era però doveroso attuare misure cautelative».

La stessa perizia del consulente di ufficio ha valutato l’attendibilità della vittima, sottoposta anche al test dell’HIV. «Noi come Caramella Buona abbiamo offerto l’aiuto di un nostro legale e ci siamo fatti carico economico del caso. Ci sarà ora un processo normale e non abbreviato come aveva invece chiesto l’avvocato dell’imputato. Riusciremo così a dimostrare la verità. Un abuso lascia ferite indelebili, noi crediamo fortemente nel nostro assistito ed invitiamo altre presunte vittime a denunciare». Si attende ora l’esito dell’attività processuale