Un processo che non riesce a cominciare. Rinvio dopo rinvio, sempre per vizi procedurali, il procedimento sulla videosorveglianza, da gennaio, è ancora al palo. Anche lâudienza in programma ieri davanti al tribunale di Frosinone (presidente Cataldi Tasoni, a latere Logoluso e Venarubea) è stata rinviata.
Alla precedente udienza, il tribunale aveva autorizzato il Comune di Frosinone, parte civile attraverso lâavvocato Vincenzo Galassi, a chiamare in causa come responsabili civili le società interessate al progetto. La chiamata interessava la Fgs di Azzano San Paolo (Bg) e la Security Trust di Cellatica (Bs) e la Csu di Peschiera del Garda (Vr). Tuttavia è emerso che non è stato possibile notificare la citazione alla Csu, mentre per la Security Trust lâavviso non è giunto in tempo utile per preparare lâudienza.
Da qui il rinvio deciso dal tribunale che ha stabilito un calendario delle prossime udienze, a partire da fine gennaio. A gennaio, su richiesta della difesa due dei tre componenti del collegio, avendo trattato la materia per alcuni sequestri, si erano astenuti. Il presidente del tribunale aveva nominato un nuovo collegio, ma a luglio, causa difetti di notifica, lâudienza era saltata. La stessa cosa si è verificata anche ad ottobre con rinvio a novembre. Ma anche in quellâoccasione il dibattimento non era stato aperto con nuovo rinvio per ieri.
Ora il nuovo stop che rende la prescrizione un rischio sempre più concreto. Sotto processo ci sono lâallora comandante dei vigili urbani del capoluogo Francesco Rosario Delvino, lâex consigliere comunale Paolo Lacava, nonché Giuseppe Federici della Fgs, Marco Illarieti e lâagente della Security Valentina Lazzaroni, difesi dagli avvocati Calogero Nobile, Pierpaolo DellâAnno, Giorgio Igliozzi, Angelo Segneri, Massimo Biffa, Alessandro Barbieri, Gianfranco Brancato e Luara Banzini.
Lâinchiesta risale al 2011: carabinieri e guardia di finanza, coordinati dal pm Adolfo Coletta, presente ieri in aula, ipotizzarono irregolarità sulla gara per la realizzazione della zona a traffico limitato nel centro storico, con relativa gestione delle contravvenzioni per i trasgressori e del sistema di videosorveglianza. Il caso è approdato anche davanti alla Corte dei Conti che ha chiesto 190.000 euro per danno erariale.