Rapine, truffe e scippi. Ma anche bullismo e violenza contro le donne. I dati non sono così allarmanti come le province del sud ma la percezione di sicurezza è bassa. Ne abbiamo parlato con il questore di Frosinone Filippo Santarelli. Il suo invito e alla collaborazione. Senza timori.

Questore, le statistiche dicono che la Ciociaria è un'isola tranquilla. Le cronache, invece, raccontano di una recrudescenza di furti nelle abitazioni. Come stanno le cose?
«I furti rappresentano uno dei quei fenomeni di criminalità diffusa che preoccupano maggiormente le persone. Trovarsi qualcuno in casa che ti rovista nei cassetti, oppure che porta via quel poco che possiedi, non è un'esperienza facile da superare. Tanto che a volte il danno psicologico, causato dalla perdita di percezione di sicurezza, è maggiore di quello economico. Su tale fronte, anche se i dati dicono che la provincia di Frosinone non è tra le peggiori d’Italia, le forze dell'ordine hanno sempre la guardia alta, con una sorveglianza costante».

Sì, ma i cittadini cosa devono fare?
«Questo è uno di quei casi in cui la collaborazione tra polizia, carabinieri e cittadinanza è fondamentale. L’appello che faccio, ma che ribadiamo in continuazione, è quello di segnalare persone sospette che si aggirano nei paesi. La sicurezza, infatti, può migliorare anche grazie ad una sinergia tra forze dell’ordine e popolazione. Quel che serve è anche maggiore fiducia: noi non siamo la controparte ma parte della cittadinanza. Lo stesso capo della polizia, in ogni suo intervento pubblico, ripete spesso "se si vede una persona in uniforme non bisogna avere paura ma rivolgersi a lui per qualunque cosa”. Faccio mio questo appello».

C’è un altro fenomeno che desta preoccupazioni. È quello delle truffe. Le vittime, anche in questo caso, sono maggiormente gli anziani.
«È vero. Tanto che polizia e carabinieri, ormai da tempo, organizzano incontri con il progetto "educazione alla legalità" proprio per spiegare come difendersi. Non si fa,quindi, solamente attività di repressione ma anche di prossimità. Agli anziani, che a volte si vergognano di denunciare, diciamo di farlo perché solo in questo modo possiamo risalire agli autori: falsi tecnici dell'Acea, dell'Enel, o addirittura delle forze dell'ordine. Un’attenzione particolare va prestata a chi dice “sono amico di tuo figlio”. È una trappola nella quale non bisogna cadere».

E per quel che concerne le rapine?
«Purtroppo rispetto allo scorso anno si è registrato un aumento. Nei primi sei mesi del 2016 ce ne sono state diverse a danno di supermercati, sette delle quali effettuate con l’ausilio di un’ascia. Gli autori, però, sono stati individuati e assicurati alla Giustizia. In questo campo,oltre ad intensificare i servizi con l’ausilio delle volanti, abbiamo a disposizione il nucleo di prevenzione crimine di Roma. In più la Squadra Mobile ha disposto un servizio in borghese che controlla le attività commerciali».

Bullismo e cyber-bullismo.
«La questura di Frosinone sta organizzando una serie di incontri all’interno delle scuole per far capire quali sono gli effetti. Il bullismo c’è e va combattuto. Non siamo più al ragazzo vivace di qualche anno fa. Ora, anche attraverso i social network, si commettono veri e propri reati. I giovanissimi magari non ne hanno la percezione. Poi, però, non basta il pentimento per venirne fuori. Il problema è che a volte le vittime commettono anche gesti insani. Questa problematica si risolve coinvolgendo tutti i soggetti in campo, a cominciare dalla scuola. Ma anche dalle famiglie: sono i genitori i primi a dover educare al rispetto e alla legalità».

Violenza contro le donne. In provincia di Frosinone se ne sono registrati diversi casi, anche di gravità rilevante.
«È un fenomeno serio e importante. Noi abbiamo una speciale sezione, coordinata dalla dottoressa Pagliarosi, la quale ha avuto anche il riconoscimento di ambasciatrice del telefono rosa. Si tratta di un reato che spesso si consuma all'interno delle mura domestiche e quindi di difficile individuazione. Va, pertanto, combattuto soprattutto attraverso l'emancipazione culturale. Anche in questo caso abbiamo avviato una campagna di sensibilizzazione tra i più giovani. Ricordo che il mio esordio a Frosinone nel 2014 è stato al teatro Nestor con l'iniziativa "Si può contro la violenza sulle donne". Erano presenti 1200 studenti. L’invito che rivolgo è denunciare senza resistenza, anche attraverso le sempre più numerose associazioni che stanno nascendo in questo campo. Il punto è che la mancanza di segnalazioni spesso sfocia in fatti criminali gravi. In Ciociaria, lo ricordo ancora, c’è una vera e propria rete di tutela pronta ad intervenire. Le donne devono aiutarci ad essere aiutate».