La solidarietà si pratica quotidianamente. Questo il valore alla base delle attività della Caritas della diocesi Frosinone-Ferentino-Veroli, che ha diffuso ieri i dati del rapporto 2015 sulle persone che usufruiscono dei servizi di aiuto e ascolto. In totale nello scorso anno si sono rivolte alle chiese e ai centri affiliati 2.359 persone, di cui il 62,8% donne e il 37,2% uomini.

Nell’analisi condotta dai volontari si evidenzia una diminuzione delle famiglie che si sono rivolte ai centri diocesani per la prima volta, facendo registrare un -8,5%, corrispondente a 880 nuclei. Di questi, il 64,8% sono italiani e i rimanenti 34,4% sono di origine straniera. I Paesi di provenienza maggiormente presenti sono Marocco (29,8%), Albania (17,5%) e Romania (21,7%), i restanti sono prevalentemente Africani e continentali, ma extracomunitari.

Questi valori, sebbene rincuorino per la diminuzione delle richieste, lasciano l'amaro in bocca nel constatare che gli italiani sono quasi il doppio degli stranieri, soprattutto se si analizzano i dati della composizione dei nuclei, dove il 42,8% risulta essere coniugato e il 58,4% sul totale ha figli a carico. Per quanto riguarda il numero dei membri delle unità, la modalità più frequente in valori assoluti è 4 elementi per famiglia (512 su 2.359, pari al fine 21,7 %), mentre le rimanenti sono in ordine di valori relativi quelle da 3 (20,5%), da 2 (14%) e quelle di un solo elemento (12,6%), escludendo quelle composte da cinque o più membri.

Tra gli stranieri extraunione il 72,1% hanno il permesso di soggiorno, ciò significa che svolgono un’attività lavorativa retribuita continua. Per quanto riguarda l’occupazione, il 57% delle persone risulta non avere un lavoro, mentre coloro che hanno un impegno sono solo il 7,5% e le casalinghe il 9,4%. I volontari segnalano che la maggior parte dei disoccupati proviene dal settore edilizio o comunque dall'area produttiva che fa riferimento al mondo edile. Analizzando le fasce di età coinvolte, spicca quella fra i 35 e i 54 anni (53,6%), seguita dalle persone tra i 55 e i 74 (22,4%) e quelle tra i 18 e i 34 (21,9%). Il fatto preoccupante è che il valore di quest'ultima fascia ha subito un incremento rispetto al 2014.

Il responsabile della Caritas diocesana Marco Toti ha cercato di dare una chiave di lettura per quanto riguarda i dati del rapporto 2015. «L’aspetto positivo dello scorso anno è stata la leggera diminuzione delle richieste e anche lo stato di disoccupazione si è ridotto. Notiamo qualche elemento di positività anche per famiglie più articolate – ha spiegato – è emersa, infine, l’equazione solitudine povertà. I due terzi delle famiglie che vanno nei centri di ascolto sono italiane. Molti stranieri sono tornati nei loro Paesi di origine oppure hanno trovato un’altra sistemazione. Per quanto riguarda l'accoglienza di emergenza sono aumentate di 3 volte rispetto allo scorso anno. Sono cresciute le accoglienze dal 2014 al 2015 per donne vittime di violenza (+20%). Su 22 nuclei che si sono rivolti ai centri, 15 sono italiani e si tratta di donne con bambini».

Nei prossimi giorni si svolgeranno diversi appuntamenti organizzati dalla diocesi. Il 17 i volontari saranno attivi per la raccolta alimentare. «Il senso della raccolta non sono solo i beni, ma anche il gesto importante di solidarietà – ha sottolineato il vescovo Spreafico - Solo con il banco alimentare verrebbe meno questo aspetto fondamentale. Non c’è nessun povero che non può aiutare qualcun altro, quindi è anche educazione alla convivenza». Un’altra delle attività fondamentali della diocesi è la mensa, che proprio in questi giorni ha compiuto due anni. Due volte a settimana c’è la possibilità di poter usufruire di un pasto caldo. Inoltre, i volontari si recano spesso dalle persone che vivono per strada per portar vivande e altri beni.