Prima la Regione. Poi i giudici del Tar. Entrambe le “istituzioni” hanno bocciato le assunzioni da parte del consiglio di bonifica “Valle dei Liri”. Tutto era partito dalla stabilizzazione di 34 dipendenti precari e dall’assunzione ex novo di altri cinque. Assunzioni proposte il 29 luglio e approvate il 3 agosto di quest’anno mentre la legge che decreta la fine degli attuali Consorzi è del 10 agosto. Una “fine” segnata per volontà della Regione che aveva comunicato ai presidenti degli enti di bonifica l’avvio dell’iter per la fusione in un unico consorzio provinciale mentre quelle dellaValle del Liri potevano apparire come assunzioni “ad orologeria”. La Pisana non aveva potuto approvare la variazione di bilancio per l’esercizio finanziario 2016 del soggetto consortile del basso Lazio, rimandando ogni spiegazione in una delibera durissima.

Dal canto suo, il Consorzio aveva motivato la scelta a seguito di un contenzioso conclusosi favorevolmente contro il ministero delle Politiche Agricole relativo a un finanziamento mai erogato per l’ammodernamento dell’impianto irriguo nella zona Cassino-Sant’Elia. Il consorzio aveva infatti ottenuto un impegno di spesa di 300.000 euro pensando di utilizzarli, per buona parte, proprio per la stabilizzazione dei contratti.

Ma la Regione ha ritenuto illeggittima la decisione trattandosi di «spese permanenti che graveranno indefinitivamente sugli esercizi finanziari del Consorzio». Stipendi, oneri sociali e assistenziali per i quali «non è stata indicata alcuna credibile e documentata previsione di entrata».

Una decisione che andrebbe a scontrarsi con le più elementari regole contabili di pareggio tra entrate e spese e che non tiene in considerazione le raccomandazioni della Corte dei Conti alla prudenza della gestione finanzia- ria. «Per effetto delle variazioni al bilancio di previsione 2016 apportate dal Consorzio di Bonifica Valle del Liri - ha sostenuto la Regione - non si evidenzia il rispetto dell’equilibrio di parte corrente e l’adozione di criteri di prudenza nella gestione delle entrate non ripetitive per finanziare spese di parte corrente ripetitive». Il presidente Pasquale Ciaccarelli non ha mai ritenute corrette le conte- stazioni avanzate dalla Pisana e ha presentato ricorso al Tar.

Ora i giudici, esaminata la richiesta, previa sospensione dell’efficacia, di «annullamento della delibera n. 584 del 7 ottobre 2016, nonché i tutti gli atti presupposti, connessi e consequenziali» ritengono che l’istanza cautelare non sia suscettibile di accoglimento «per carenza di “fumus boni iuris”, in considerazione della variazione di bilancio connessa alla stabilizzazione del personale dipendente part-time del consorzio la quale peraltro non costituisce una provvista a regime delle relative poste finanziaria».

In sostanza, per i giudici il provvedimento non va sospeso. La decisione sulle assunzioni resta lì,come decretato dalla Regione. Ora eventualmente se ne discuterà nel merito.