È stato espulso prima di compiere un attentato in Vaticano. Ieri pomeriggio un marocchino di 32 anni ristretto nel carcere San Domenico di Cassino è stato accompagnato e imbarcato su un aereo decollato da Milano Malpensa e diretto a Casablanca per decisione del ministro Alfano.

L’uomo alcuni mesi fa avrebbe confessato ad un suo compagno di cella l’intenzione di voler organizzare un attentato esplosivo in piazza San Pietro. Alcuni agenti della polizia penitenziaria, sempre molto attenti alle dinamiche che si creano all’interno delle mura del San Domenico, hanno intercettato il dialogo tra i due detenuti e lo hanno riportato alla direttrice dell’istituto di restrizione. Come da prassi la responsabile del carcere, la dottoressa Civitareale, ha inviato una nota al ministro della Giustizia, il quale poi in piena sinergia tra dicasteri, ha affidato il caso al ministro dell’Interno.

«Grazie a una intensa attività investigativa – ha dichiarato il ministro dell’Interno - è stato documentato che aveva confidato ad un compagno di detenzione l’intenzione di realizzare, una volta libero, un attentato in Vaticano, utilizzando una macchina piena di esplosivo e un’arma di tipo kalashnikov, che gli sarebbero state procurate a Roma da un suo referente. Inoltre, il marocchino è stato descritto come soggetto ‘scatenato’, ‘fanatico’, desideroso di ‘morire in nome di Dio per comprare il Paradiso’ e animato da sentimenti di vendetta verso lo Stato italiano. È stato documentato - ha concluso Alfano - che lo straniero si era radicalizzato durante la precedente detenzione presso il carcere Regina Coeli ed era stato indicato come responsabile dell’indottrinamento di un altro detenuto».

Così dopo circa tre mesi dalla segnalazione, a fine pena, l’uomo è stato prelevato dalla polizia come di consuetudine per i detenuti stranieri poi scarcerati, ed è stato immediatamente accompagnato a Milano per salire sull’aereo che lo ha riportato in patria. «Oggi abbiamo eseguito un’altra espulsione per motivi di sicurezza dello Stato, che segna i tempi della instancabile attività di prevenzione che noi consideriamo un pilastro nella lotta all’estremismo violento». Questo quanto dichiarato in una nota del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Con questa, salgono a 128 le espulsioni di estremisti allontanati dal nostro Paese, dal gennaio 2015 ad oggi, di cui 62 nel solo 2016.