Non c’è pace dietro le sbarre al San Domenico. Dopo il crollo del pavimento della sala Regia di mercoledì mattina, in serata un detenuto ha letteralmente distrutto la sua cella. Dopo cena, un detenuto italiano quarantenne di origine napoletana, che finirà di scontare la sua pena a maggio 2017 e ristretto per reati di droga, trasferito dal penitenziario romano di Rebibbia in regime sex offender, ha distrutto completamente la cella come forma di protesta poiché voleva andare in un altro istituto in modo da avvicinarsi alla famiglia.

Nella tarda mattinata di ieri le proteste sono continuate in un’altra sezione, dove alle 11.20 circa, un altro detenuto, di origine palestinese e di quaranta anni, che finirà di scontare la sua pena ad agosto 2017 per i reati di furto, rapina e resistenza a pubblico ufficiale, ha dato fuoco alla propria cella come forma di rimostranza perché pretendeva un lavoro. Il personale di Polizia è intervenuto prontamente mettendo in sicurezza gli altri detenuti e spegnendo l’incendio. L’uomo ha dato fuoco a tutti i suoi indumenti, e solo grazie al repentino intervento dei baschi blu, l’intero mobilio della cella, compreso il materasso, non sono andati bruciati. Il fumo però ha creato dei disagi dando luogo ad una situazione critica. Il detenuto è stato spostato perchè con il suo gesto ha compromesso la vivibilità della cella che adesso dovrà essere bonificata prima di essere riassegnata.

Ogni giorno il personale di polizia penitenziaria lavora per fronteggiare situazioni difficili. Dal sindacato Maurizio Somma, segretario nazionale per il sindacato autonomo di polizia penitenziaria per il Lazio ha inviato una nota nella quale esprime massimo riconoscimento per l’impegno mostrato dai colleghi. Intanto procedono i lavori per la ristrutturazione del pavimento crollato mercoledì mattina. Tutti gli uffici adiacenti all’area crollata, compresi corridoio e celle di sicurezza, sono stati chiusi, poiché ritenuti pericolanti. Il Natale è alle porte ma dietro le mura del San Domenico gli animi sono incandescenti e pronti a dar fuoco alle polveri.